E’ accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico-mafioso
Insieme a lui indagati altri 18 nell’operazione “Farmabusiness” contro la cosca Grande Aracri di Crotone
Non c’è pace per la Calabria in questi giorni. Domenico Tallini, presidente del Consiglio regionale della Calabria, è stato arrestato questa mattina nell'ambito dell'operazione "Farmabusiness" condotta dalla Dda di Catanzaro contro la cosca Grande Aracri di Crotone. Tallini si trova ai domiciliari perché accusato di aver dato supporto alla cosca Grande Aracri nel suo progetto di reimpiego di proventi illeciti attraverso la costituzione di una società avente lo scopo di distribuire prodotti medicinali mediante farmacie e parafarmacie. In cambio, l'esponente di Forza Italia avrebbe ricevuto appoggio elettorale da parte della cosca alle elezioni regionali del 2014. Secondo quanto si apprende dagli inquirenti, Tallini è stato arrestato su richiesta della Dda di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico-mafioso. Insieme a lui i carabinieri del comando provinciale di Catanzaro e del comando provinciale di Crotone hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di altri 18 indagati, nelle province di Catanzaro, Crotone e Roma, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale. Le indagini hanno riguardato l'operatività della cosca di 'Ndrangheta Grande Aracri di Cutro nell'area di origine e nel territorio catanzarese, con particolare riferimento alle iniziative imprenditoriali avviate in quest'ultima provincia mediante il reimpiego di capitali della cosca.
L’operazione
Le risultanze emerse nel corso delle indagini hanno permesso di definire i nuovi assetti della cosca Grande Aracri dopo le operazioni che ne hanno colpito i principali esponenti e lo stesso capo Nicolino Grande Aracri, e documentare la realizzazione da parte degli indagati, attraverso la preliminare intestazione fittizia di beni e utilità, di una rilevante progettualità imprenditoriale tesa al reimpiego dei proventi illeciti della cosca, attraverso la costituzione di una società, con base a Catanzaro, finalizzata alla distribuzione all'ingrosso di prodotti medicinali mediante una rete di punti vendita costituiti da farmacie e parafarmacie (20 in Calabria, 2 in Puglia e una in Emilia Romagna). E' stato accertato, inoltre, il ruolo di professionisti e imprenditori nella realizzazione del programma della cosca con riguardo al perseguimento dei vantaggi economici nei diversi settori imprenditoriali di interesse. Le indagini hanno consentito di ricostruire anche specifici episodi intimidatori, tanto riconnessi alla realizzazione dell'iniziativa imprenditoriale del sodalizio, quanto con specifico scopo estorsivo, oltre che la disponibilità di numerose armi.
Il contributo di Tallini
Tallini, che alle regionali avvenute lo scorso gennaio era risultato “impresentabile” secondo la Commissione Antimafia, risulta, stando all’ordinanza, aver fornito “un contributo concreto, specifico e volontario per la conservazione o il rafforzamento delle capacità operative dell'associazione, con la consapevolezza circa i metodi e i fini dell'associazione stessa, promettendo e assicurando, in cambio del sostegno elettorale”. Questo quando era assessore regionale fino al 2014, e quindi candidato alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del 2014, e successivamente consigliare regionale”. “(…) Promesso ed attuato da parte del sodalizio, la sua disponibilità nei confronti dell'organizzazione 'Ndrangheta, con la consapevolezza circa i metodi e i fini dell'associazione stessa, al fine di garantire ai referenti del sodalizio medesimo le condizioni per l'avvio prima e l'effettivo esercizio poi dell'attività imprenditoriale della distribuzione all'ingrosso dei prodotti farmaceutici, onde realizzare lo scopo del sodalizio del controllo della specifica attività economica". Inoltre, si legge sempre nell’ordinanza della procura di Catanzaro, Tallini "intervenendo presso gli uffici pubblici, al fine di agevolare e accelerare l'iter burocratico per il rilascio di necessarie autorizzazioni nella realizzazione del 'Consorzio Farma Italia' e della società 'Farmaeko Srl', che prevedeva la distribuzione dei cosiddetti 'medicinali da banco' sul territorio nazionale, promuoveva la nomina del responsabile del relativo ambito amministrativo regionale e concorreva ad indurre i soggetti preposti a rilasciare la necessaria documentazione amministrativa e certificazione". Infine, prosegue l’ordinanza, "pur consapevole del reimpiego di capitali illeciti, provenienti dal delitto associativo di stampo ‘ndranghetistico, concorreva nei progetti commerciali inerenti la distribuzione di farmaci (…) ed imponeva, nella struttura societaria della Farmaeko Srl, l'assunzione e l'ingresso, quale consigliere, del proprio figlio Tallini Giuseppe, così da contribuire all'evoluzione dell'attività imprenditoriale del Consorzio farmaceutico, fornendo il suo contributo, nonché le sue competenze e le sue conoscenze anche nel procacciamento di farmacie da consorziare". In tal modo, si legge ancora nell'ordinanza, "rafforzava la capacità operativa del sodalizio nel controllo di attività economiche sul territorio, incrementando la percezione delle capacità di condizionamento e correlativamente di intimidazione del sodalizio, accrescendo la capacità operativa e il prestigio sociale e criminale".
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