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Volevano farlo ritrattare

La Dda di Catanzaro, guidata dal Procuratore Nicola Gratteri, ha chiuso le indagini preliminari nei confronti di dieci persone indagate, fra l'altro, per le pressioni esercitate sul 'pentito' Emanuele Mancuso, figlio di Pantaleone, detto "l'ingegnere", allo scopo di farlo recedere dalla sua scelta di collaborare con la giustizia anche con intimidazioni pesanti.
Per farlo desistere vi sarebbero stati più tentativi passando dall'offerta di denaro, le delegittimazioni e quindi le minacce alla sua persona ed ai suoi cari. "Ritratta o tua figlia non la vedrai più" avrebbe sentito dire dai suoi cari nel momento in cui aveva deciso di avviare il suo percorso di collaborazione con la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.
I pm della Dda Annamaria Frustaci, Antonio De Bernardo e Andrea Mancuso, contestano agli indagati, a vario titolo, i reati (tutti con l'aggravante mafiosa) di violenza privata, intralcio alla giustizia, favoreggiamento nei confronti di alcuni latitanti, ricettazione, detenzione e porto in luogo pubblico di armi, evasione dai domiciliari.
In particolare fra gli indagati ci sono i familiari di Emanuele Mancuso, vale a dire il padre Pantaleone, la madre Giovanna Del Vecchio, il fratello Giuseppe, la zia Rosaria Del Vecchio, la compagna Nency Vera Chimirri. Sotto inchiesta anche Francesco Pugliese, Luisa Maria Borrome, Giuseppe Pititto, Antonino Maccarone e Desiree Mancuso.
Nello specifico, Giuseppe Mancuso e Francesco Pugliese, indagati per violenza privata e favoreggiamento personale, sono accusati di aver tentato di convincere Emanuele Mancuso a ritrattare le sue dichiarazioni affacciandosi alla finestra della cella del carcere di Siano, a Catanzaro, dove il pentito è detenuto, e intimandogli di fare marcia indietro.
Giuseppe Mancuso, inoltre, è anche accusato di aver inviato al fratello una lettera in carcere per ricordargli il suo dovere di non parlare della famiglia. La Dda, poi, accusa di violenza privata e intralcio alla giustizia Rosaria Del Vecchio, Giovanna Del Vecchio, Giuseppe Mancuso, Nensy Vera Chimirri e Antonino Maccarone per aver costretto il pentito ad interrompere la collaborazione con la giustizia (poi ripresa). La compagna di Emanuele Mancuso, infatti, fece recapitare al fidanzato in cella la foto della figlia in braccio al fratello Giuseppe Mancuso, e inoltre fece sapere al compagno che la strategia migliore per uscirne era quella di farsi passare per pazzo.
Intralcio alla giustizia è invece il reato contestato a Pantaleone Mancuso, Desiree Mancuso, Giovanna Del Vecchio e Rosaria Del Vecchio, per aver costretto il pentito, con pressioni e violenze psicologiche, a non deporre in un'udienza del 20 dicembre 2019.
Dopo il primo cedimento, però, il pentito ha ripreso a collaborare accusando anche i familiari.

Foto © Imagoeconomica

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