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di AMDuemila
Ieri pomeriggio la Prima Sezione della Corte d’Appello di Reggio Calabria, presieduta da Lucia Monica Monaco, ha assolto, con la formula "perché il fatto non sussiste", i tre imputati Nazareno Demasi, Cosimo Montagnese e Raffaele Monteleone in precedenza condannati dal Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Reggio Calabria Niccolò Marino, alla pena di 8 anni di reclusione (Demasi), e di 12 anni (Monteleone e Montagnese).
Il Procuratore generale aveva chiesto la conferma della sentenza di condanna di primo grado. La Corte d’Appello entro 90 giorni dovrà depositare le motivazioni della sentenza che potrebbe creare un precedente pericoloso e non di poco conto.
Infatti le difese, nelle persone degli avvocati Giuseppe Mario Aloi, Gianfranco Giunta e Salvatore Staiano, nel corso della discussione hanno sollevato l'esistenza di una recente sentenza della Corte di Cassazione sulla "mafia silente", riferita ad un altro filone processuale in cui imputati erano Raffaele Albanese e Antonio Nesci (a novembre dello scorso anno assolti definitivamente), che erano stati ritenuti dagli investigatori come soggetti partecipi, in posizione qualificata ("capo società" e "mastro disponente") della "locale" di Fraunfeld. La prima sezione della Corte di Cassazione, però, nel marzo del 2019, aveva rimesso alle Sezioni Unite la questione in ordine alla possibilità di ricondurre nella fattispecie normativa dell'associazione di stampo mafioso quelle condotte che consistono in una "mera potenzialità" mafiosa ove realizzate in territori che tradizionalmente disconoscono simili organizzazioni.
Una valutazione che dimostra come sia quanto mai necessario lo sviluppo di una normativa europea sul fronte della criminalità organizzata.
L’operazione “Helvetia” era nata da alcuni spunti investigativi emersi nella storica indagine “Crimine” ed aveva portato al fermo di 18 indagati, accusati a vario titolo di aver dato vita a cosche di ‘ndrangheta in Svizzera, ma collegate alle cosche reggine. In particolare, secondo l’accusa, il locale della cittadina elvetica di Freuenfeld sarebbe operante già da 40 anni, pur rimanendo alle strette dipendenze del “crimine” di Polsi.
Per quanto riguarda l'inchiesta resta ancora da definire la parte dell’indagine definita in primo grado con il rito ordinario dinanzi il Tribunale di Locri con una sentenza che ha condannato altri 9 imputati a pene che spaziano dai 10 ai 13 anni. Salvo imprevisti il processo d'Appello avrà inizio il prossimo 4 novembre.

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