di AMDuemila
I due avevano violato le disposizioni ministeriali contro diffusione del Coronavirus
Morra: “Per loro solo rispetto delle regole della ‘Ndrangheta”
I militari dell’Arma dei carabinieri di Reggio Calabria, ieri, hanno arrestato Cosimo Borghetto, 66 anni, considerato elemento di spicco della cosca Caridi-Zindato-Borghetto.
Il motivo? Non aver rispettato la misura di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno cui era sottoposto per via di varie condanne subite (traffico illecito di droga, omicidio, associazione a delinquere). Non solo. L’uomo è stato sorpreso a spasso con un pluripregiudicato, Pasquale Zampaglione, detto “Pasquale u rriggitano”, condannato per omicidio volontario, rapina e vari altri reati. I due, fra l'altro, sono stati denunciati per essere usciti di casa senza giustificato motivo, violando il Dpcm varato per contrastare la diffusione del Coronavirus. Quando sono stati bloccati, infatti, non hanno fornito nessuna giustificazione valida riguardo alla loro presenza in strada arrivando anche a dichiarare il falso davanti a carabinieri. Per questo motivo i militari hanno denunciato i due per inosservanza dei doveri di autorità (articolo 650 del codice penale) ma anche per dichiarazioni mendaci.
Secondo gli inquirenti Borghetto, nella seconda guerra di ‘Ndrangheta sicario del gruppo facente capo ai De Stefano, dopo essere uscito dal carcere qualche anno fa, avrebbe ripreso in mano le redini della cosca “Caridi-Zindato-Borghetto” che ha allungato i suoi tentacoli sui quartieri Ciccarello, Rione Modena e San Giorgio Extra della città sullo Stretto.
Dopo l’arresto, intervenuto con un breve messaggio su Twitter, il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra ha commentato: "Possono mai osservare regole che non siano quelle della ‘Ndrangheta? Possono mai capire che Covid-19 implica il rispetto di regole a tutela della salute pubblica ed anche loro?".
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