Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Importante suo contributo in inchiesta "Rinascita-Scott"
di AMDuemila
Dallo scorso giugno Emanuele Mancuso, ex rampollo del casato mafioso di Limbadi, aveva "saltato il fosso" iniziando a collaborare con la Dda di Catanzaro. Da allora la madre e la zia Giovannina Del Vecchio, di 51 anni, e Rosaria Del Vecchio (54) avrebbero tentato, con ogni tipo di pressione psicologica, di costringerlo a tornare sui suoi passi e per questo sono state arrestate e poste ai domiciliari. L'ordinanza è stata notificata in carcere anche al fratello del collaboratore, Giuseppe Salvatore Mancuso (30) detenuto da alcune settimane dopo un anno di irreperibilità. I tre sono accusati di subornazione. Per la ex compagna del pentito Nensy Chimirri è stato disposto il divieto di dimora.
A raccontare la vicenda è stato lo stesso procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri: "Le donne del clan hanno messo in atto tutte le più basse strategie contro Emanuele Mancuso, figlio di 'ndranghetisti di serie A che mi aveva contattato decidendo di collaborare con la Dda, affidandosi a noi. Hanno iniziato in modo lento ma quasi inesorabile l'opera di logorio di questo ragazzo che ad un certo punto ha manifestato segni di titubanza. Balbettava quando parlava con noi. Abbiamo messo sotto controllo i familiari e notato che vi era un canale segreto, riservato, informale, che consentiva di fare pressioni psicologiche nei confronti del giovane: frasi del tipo 'vieni, ti fai il carcere, quando esci ti daremo i soldi e te ne vai in Spagna, ti apri un ristorante'. Lui ha avuto un momento di debolezza quando le donne alzano il tiro minacciando di non fargli vedere più la figlia appena nata. A quel punto Mancuso decide di non collaborare più ma noi avevamo le prove che la sua non era una decisione libera. Abbiamo pensato che una cosa del genere non sarebbe potuta passare. Alla fine è tornato sui suoi passi".
"Questa storia - ha aggiunto il magistrato - deve far capire che le regole sono per gli utili idioti che entrano a far parte della 'Ndrangheta mentre i capi non le osservano ed il messaggio devastante che deve insegnare a quei giovani che pensano che si tratta di un mondo dorato, e che non c'è onore nella 'Ndrangheta. Operazioni come quella di ieri e quella odierna fanno comprendere alla gente che riusciamo ad avere un buon controllo della situazione e a stare sul pezzo su ogni territorio. Chi è nel dubbio se collaborare o meno, può iniziare a pensare che è l'occasione giusta per cambiare vita".
Le dichiarazioni di Emanuele Mancuso hanno contribuito alla riuscita dell'operazione "Rinascita-Scott", con la quale i carabinieri hanno arrestato 334 persone direttamente o indirettamente legate alla 'Ndrangheta.

In foto: Giovannina e Rosaria Del Vecchio

ARTICOLI CORRELATI

Operazione ''Rinascita-Scott'': relazione diretta tra 'Ndrangheta e massoneria

Gratteri denuncia fughe di notizie: ''I boss sapevano, blitz anticipato di 24 ore''

'Ndrangheta, colpo alla cosca Mancuso: oltre 300 arresti in Italia e all'estero

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos