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di Jean Georges Almendras - Intervista
Il massimo esponente paraguaiano antidroga dice che la pericolosità dei narcos è maggiore

Fermo nelle sue dichiarazioni, il Ministro Segretario Esecutivo della Segreteria Nazionale Antidroga del Paraguay (SENAD), Dr. Arnaldo Giuzzio, ha risposto ad una nostra domanda: Sono presenti in Paraguay e nella regione elementi mafiosi della ´Ndrangueta italiana, che opera nell'ambito del narcotraffico?
"Non escludiamo azioni future riguardo questa organizzazione. La loro presenza c’è. Non possiamo anticipare molto, ma è indubbio che il Paraguay non è isolato e credo che per molti fattori continui ad essere un luogo dove le organizzazioni criminali, le mafie, vogliono infiltrarsi, nonostante sia più complicato, perché non è più il paradiso che era prima. Ma non bisogna abbassare la guardia. Siamo convinti che l'unico metodo di contrasto è mettere in atto operazioni di intelligence finalizzate a smantellare questo tipo di organizzazioni. Ma è assodato che sono presenti".
Siamo stati ricevuti dal massimo dirigente della SENAD nella sala riunioni della sede centrale nell’Avenida Fernando de la Mora, nella capitale paraguaiana. Nel corso di un breve dialogo ci ha messo al corrente della situazione attuale del narcotraffico in Paraguay. Uno scenario per niente incoraggiante, tenendo in conto che nelle ultime settimane la cittadinanza è stata testimone di una violenta azione mirata a liberare un capo del narcotraffico, membro di un'organizzazione criminale di origine brasiliana. Nell'operazione lampo c’è stata una violenta sparatoria durante la quale un ufficiale di polizia ha perso la vita. Il delinquente, ad oggi latitante e che era stato fermato dal personale della SENAD, stava venendo trasferito da una sede giudiziaria al centro di detenzione dove si trovava recluso.
"La SENAD è un'istituzione in fase di evoluzione e siamo convinti che abbiamo un nemico molto importante e crediamo inoltre che ce ne siano altri inseriti nello stesso schema, agiscono sempre nell’illegalità, come il crimine organizzato. Il Paraguay sta vivendo ora momenti di forte coinvolgimento in relazione alla presenza di organizzazioni come il PCC o il Comando Bermelho ed altre organizzazioni create come contropartita stessa all'esistenza di queste organizzazioni di origine brasiliana. Oggi possiamo dire che la maggior parte dei capi del crimine organizzato e del narcotraffico sono in prigione o morti, e che quelle presenti sono molto pericolose".
Un altro tema affrontato dal Ministro della Senad, l'avvocato Giuzzio, è la corruzione a livello di funzionari pubblici. Ha dichiarato con enfasi che la "corruzione è una materia in sospeso in tutte le istituzioni. Si sta facendo uno sforzo molto significativo. SENAD non è un'eccezione, facciamo la nostra parte. Crediamo che qui ci sia un controllo del fenomeno della corruzione, crediamo sia limitata ai livelli più bassi. In altre istituzioni riteniamo ci sia ancora molto da fare. Il caso del narcos Jorge Samudio, alias "Samura" era nel mirino della SENAD. Ci sono voluti cinque-sei anni di caccia all'uomo, di indagine prima di arrivare alla sua cattura. E fu arrestato con dieci sicari. Purtroppo, fu liberato con una tragica operazione dallo stesso gruppo criminale e sono stati trovati elementi che riconducevano alla SENAD.
Ovviamente tutti falsi. In generale, crediamo di essere una di quelle istituzioni riconosciute a livello nazionale ed internazionale come una delle più visibili a livello di risultati. Abbiamo un importante gruppo di lavoro impegnato su due fronti: quello operativo che è il più visibile: arresto di persone, sequestro di droghe, e l'altro è quello della domanda di droga. Stiamo imparando ad affrontare questo flagello, il problema grave della dipendenza. Nel nostro paese sono stati scoperti focolai di microtraffico che genera il maggiore mercato della tossicodipendenza, che è uno dei più gravi problemi che abbiamo. Il Paraguay è un paese di transito di grandi quantità di cocaina. Sebbene siamo produttori di marijuana la maggior parte della produzione approda in Brasile, in Argentina, Cile ed Uruguay. Siamo in attesa di un accordo di cooperazione con l'Uruguay. La Gendarmeria Argentina, la DEA è già qui con noi, ed insisto che ci piacerebbe che collaborasse con noi anche la polizia dell'Uruguay."

Foto © Our Voice

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