di AMDuemila
Il comune fu sciolto per mafia. E' accusato di concorso esterno
La Procura di Reggio Calabria ha notificato un avviso di conclusione indagini all'ex sindaco di Siderno (eletto nel maggio del 2015), Pietro Fuda, per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Secondo l'accusa della Dda reggina il politico, nel periodo in cui è stato primo cittadino avrebbe favorito gli interessi della cosca di 'Ndrangheta dei Commisso consentendo alla cosca di assumere una posizione di influenza nel Consiglio comunale, promuovendo e consentendo la nomina a presidente dell'organismo di Paolo Fragomeni, legato da vincoli di parentela con la famiglia dei Commisso. Non solo. Secondo gli inquirenti Fuda sarebbe stato anche in collegamento con una loggia massonica segreta legata alla 'Ndrangheta. In particolare all'ex primo cittadino viene contestato di avere agevolato gli interessi delle famiglie di 'Ndrangheta locali, adeguandosi alle loro logiche spartitorie nel campo dei lavori pubblici e di controllo del territorio e condizionando le scelte dell'Amministrazione comunale sull'eventuale modifica dell'area della zona industriale di Siderno, ubicata in località "Pantanizzi".
L'ex sindaco di Siderno avrebbe inoltre ritardato la notifica di un'interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Reggio Calabria nei confronti di un'impresa di costruzioni, la cui titolarità, sostiene ancora la Dda, risulta in capo ad una persona condannata per partecipazione in associazione mafiosa, tentata estorsione e turbata libertà degli incanti. In particolare, Fuda avrebbe agito al fine di consentire all'imprenditore di consegnare i lavori precedentemente aggiudicati prima della comunicazione dell'interdittiva antimafia.
Il Comune di Siderno è stato sciolto per presunti condizionamenti della criminalità organizzata nell'agosto del 2018, quando Fuda (che in precedenza era stato anche senatore, presidente della Provincia di Reggio Calabria ed assessore della Regione Calabria, era ancora sindaco.
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