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di AMDuemila - Video
Era in fuga da un anno e deve scontare una condanna per narcotraffico

Il latitante della cosca Strangio-Janchi di San Luca, Francesco Strangio, 39 anni, si trovava a Rose, piccolo centro del cosentino, quando i carabinieri di Reggio Calabria e Cosenza, insieme allo Squadrone Cacciatori di Vibo Valentia, lo hanno arrestato. Si nascondeva in un appartamento all’ultimo piano di un condomino nel centro abitato. Strangio già da anno aveva trovato un rifugio sicuro spostandosi tra i diversi centri del cosentino, fino a giungere da un paio di settimane circa nel comune di Rose, dove aveva individuato nella mansarda all’ultimo piano, in un tranquillo condominio, luogo ideale per nascondersi. I carabinieri all’interno dell’abitazione hanno ritrovato svariate carte di identità ed un passaporto intestato a terzi, acquisti per essere contraffatti con la sostituzione della fotografia. Oltre a questo, il latitante aveva con se anche circa 8 mila euro, tre telefoni cellulari parzialmente bruciati all’interno di un camino e due valigie già pronte per una rapida partenza. Non solo. I carabinieri hanno rinvenuto anche delle tracce di cocaina su alcuni mobili.
Le indagini che hanno portato alla cattura del latitante sono state condotte con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Reggio Calabria, diretta dal procuratore capo Giovanni Bombardieri.
Strangio è stato arrestato in esecuzione a un ordine di carcerazione della Procura Generale di Reggio Calabria, diretta dal procuratore generale Bernardo Petralia, nel gennaio dell’anno scorso, momento nel quale Strangio aveva fatto perdere le proprie tracce, in quanto condannato a 14 anni di reclusione per associazione finalizzata al traffico internazionale di droga, passato in giudicato.
Secondo gli investigatori, Francesco Strangio, pluripregiudicato e più volte indagato nell’ambito di operazioni contro il narcotraffico, è considerato un vero e proprio broker della droga a livello internazionale, in grado di gestire in prima persona traffici di cocaina con il Sud America. Infatti, più volte è stato coinvolto nelle operazioni antidroga (operazione “Revolution della Dda di Reggio Calabria e “Dionisio” della Dda di Milano) e da quelle è emersa la sua attività nell’interno di un'organizzazione dedicata al narcotraffico, fortemente legata al territorio ed alle cosche della Locride, le quali controllavano e dirigevano tutte le attività illecite. Inoltre, le indagini hanno evidenziato come l’organizzazione disponesse di basi logistiche ed appoggi in tutta Italia e nei principali paesi europei, quali Germania, Olanda e Belgio, che sarebbero stati funzionali ad assicurare l’ingresso e lo smistamento dei carichi di cocaina in Europa.
Alla notizia del successo dell’operazione di cattura, soddisfazione è stata espressa dal ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Grazie alle forze dell’ordine, che ogni giorno ci fanno essere orgogliosi di loro. L’arresto di questo criminale ne è la conferma. Non ci fermeremo qui”.

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