di AMDuemila
"In quegli anni la 'ndrangheta era diventata il socio privato del Comune di Reggio Calabria". A dirlo è il maggiore dei Carabinieri Antonio Parillo raccontando degli anni in cui era sindaco Peppe Scopelliti (detenuto per il “caso Fallara”), nel corso del processo "Gotha". Nel banco degli imputati, tra gli altri, l'ex senatore Antonio Caridi e l'avvocato ex parlamentare Paolo Romeo, considerato, assieme all'avvocato Giorgio De Stefano (già condannato in primo grado nel troncone abbreviato) ai vertici della cupola degli invisibili della 'Ndrangheta. Parillo ha ripercorso quanto emerso nell’operazione “Mammasantissima”, che ha scoperchiato appunto l’esistenza di una cupola massonico-mafiosa che avrebbe fatto il bello e il cattivo tempo negli ambienti economici, sociali e politici di Reggio Calabria.
Rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, il maggiore ha spiegato come la 'Ndrangheta avesse un vero e proprio controllo grazie a dei “volti puliti” utilizzati dalla famiglia mafiosa dei De Stefano per infiltrarsi nella politica. “Sarra (ex sottosegretario regionale) e Romeo hanno permesso alla 'ndrangheta di infiltrare le istituzioni. Sarra era il volto pulito attraverso cui la 'ndrangheta entra nella politica locale per attingere ai fondi pubblici" a detto Parillo.
Il carabiniere all'epoca al Ros di Reggio Calabria è partito dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Aiello, ex direttore operativo di Fata Morgana, società impegnata nella raccolta e smaltimento dei rifiuti. “La Fata Morgana - ha detto Parillo - è una fonte di ricchezza per la 'ndrangheta e per la politica, soprattutto in vicinanza delle contese elettorali" Quale altro momento per chiedere assunzioni e convogliare i voti?
Il pentito Aiello ha riferito che il suo interlocutore sarebbe stato Antonio Caridi all'epoca assessore comunale all'Ambiente, arrestato poi nell'agosto 2016 e tornato in libertà pochi mesi fa. Secondo gli inquirenti il politico che poi arrivò velocemente a Palazzo Madama, era strumento della cupola massonica retta da Paolo Romeo. Aiello ha raccontato che a Caridi sarebbero state consegnate ingenti somme di denaro a titolo di tangente. Ma i potere dei De Stefano non si sarebbe limitato solo agli affari dei rifiuti ma anche ad altri importanti settori della vita cittadina: “Scopelliti era cosa dei De Stefano” ha detto Parillo in aula.
Ad avere un ruolo di un certo livello all'interno del sistema marcio, sarebbe stato anche Peppe Agliano, factotum di Scopelliti che il maggiore Parillo ha definito: "garante tra Aiello e Fata Morgana e i De Stefano".
Foto © Imagoeconomica
Processo Gotha: ''Scopelliti era cosa dei De Stefano''
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