Paci: “Da latitante prendeva le decisioni strategiche della ‘Ndrangheta unitaria”
di AMDuemila
La casa di Bovalino di Giuseppe Pelle, il latitante arrestato ieri mattina dalla squadra mobile reggina e dallo Sco, era diventata meta di una vera e propria processione di candidati in cerca di sostegno alle elezioni regionali del 2010 in Calabria. Una circostanza già emersa nell'operazione "Reale 3" che pochi mesi dopo quelle elezioni, nel dicembre 2010, aveva portato all'arresto di diverse persone tra le quali l'allora consigliere regionale del Pdl Santi Zappalà.
E quegli incontri del boss con i candidati erano stati documentati nelle riprese effettuate dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria dopo l'arresto nel marzo del 2007, dopo dieci anni di latitanza, di Salvatore Pelle, fratello di Giuseppe. Intercettazioni e videoriprese che documentarono gli incontri tra Pelle ed alcuni candidati al Consiglio regionale si sarebbero intensificati nel periodo compreso tra l'agosto del 2009 ed il 21 aprile scorso. Incontri che testimoniano lo spessore criminale di Giuseppe Pelle ed il suo ruolo al vertice della 'ndrangheta unitaria. In quella stessa inchiesta emerse anche come il boss non volesse limitarsi a sostenere candidati al Consiglio regionale ma puntasse molto più in alto. In una intercettazione, infatti, Pelle delinea la sua strategia politico-elettorale che puntava anche alle elezioni politiche ed a suddividere i candidati "amici" su base territoriale sostenendone un ristretto numero per evitare la dispersione di voti. "La politica nostra - diceva - è sbagliata. Se noi eravamo una cosa più compatta dovevamo fare una cosa, quanti possono andare? Diciamo qua dalla ionica, quando raccogliete tutti i voti che avete, vanno tre persone. Altre tre vanno alla Piana e vanno già sei per il Consiglio regionale. La prossima volta quei sei, se si portavano bene andavano a Roma e andavano altri sei al posto di quelli".
Il latitante era stato individuato da poco tempo nel suo nuovo covo di contrada 'Pistaria' di Condofuri, una frazione preaspromontana che costeggia il bacino del fiume Amendolea, uno dei luoghi naturali più belli della provincia di Reggio Calabria. E Pelle si trovava lì. A fare un quadro sull’importanza dell’arresto avvenuto ieri è il Procuratore facente funzioni di Reggio Calabria, Gaetano Paci: “E’ un arresto particolarmente importante perché Pelle faceva parte del livello che prendeva le decisioni strategiche della 'ndrangheta unitaria e da latitante continuava a svolgere questo ruolo. L'azione dello Stato, poi, si articola su tutti i fronti, da quello economico alle infiltrazioni negli apparati. L'azione della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria contro la ‘Ndrangheta è a 360 gradi".
“Questa cattura - ha dichiarato il magistrato - è la sintesi di un lavoro minuzioso messo in campo da tantissime persone che hanno saputo ricomporre il mosaico delle complesse relazioni di Giuseppe Pelle, incastrando, volta per volta, ogni elemento utile per definire compiutamente la rete di complicità e di protezione che gli consentiva, a tutt'oggi, di operare sul territorio, dirimere questioni su lavori pubblici, estorcere, tutto ciò grazie al suo alto profilo criminale riconoscibile e riconosciuto".
Ed inguine ha aggiunto: “Giuseppe Pelle è la sintesi migliore delle caratteristiche relazionali poste in essere dalla ‘Ndrangheta con esponenti delle istituzioni di questa città, di questa provincia, di questa regione, di questo Paese. Un rapporto subdolo che emerge in tutta la sua pericolosità come nella vicenda del commercialista Giovanni Zumbo, curatore di beni confiscati e processato per rapporti con la ‘Ndrangheta, che sottolinea la particolare capacità di infiltrazione mafiosa".
Processione dei candidati regionali del 2010 nella casa del boss Pelle
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