Conclusa ieri la requisitoria del pm Lombardo
di AMDuemila
Oltre cinque secoli di carcere. Questa la richiesta complessiva della Procura di Reggio Calabria, rappresentata in aula dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e dal pm Walter Ignazzitto, al processo con rito abbreviato scaturito dall’operazione “Sansone” a carico delle Cosche di ‘Ndrangheta di Villa San Giovanni.
La pena più pesante, trent’anni di reclusione, è stata chiesta dall’accusa per i fratelli Pasquale e Vincenzo Bertuca, Santo Buda, Alfio Liotta, Bruno Tegano e Andrea Vazzana. Venti anni sono stati invece chiesti per Domenico Condello, il cugino del “Supremo” Pasquale Condello, e diciotto per Felicia Bertuca. Poi ancora richieste di condanna per Angelo Benestare, Attilio Cotroneo e Domenico Bonforte, 12 anni ciascuno, Domenico Calabrese, 11 anni, Antonio Riniti, 10 anni e 6 mila euro di multa e Pietro Bertuca, 8 anni. Tra le richieste del pm anche un assoluzione, quella per Roberto Morgante. L’inchiesta era scaturita da un’informativa dei carabinieri sulle attività criminali delle cosche di Villa San Giovanni, Campo Calabro, Catona e Fiumara di Muro. Un’attività di indagine che ha fatto luce su un importante numero di episodi estorsivi ed ha permesso di smantellare anche la rete di fiancheggiatori che sosteneva il boss Domenico Condello durante oltre vent’anni di latitanza.
Processo Sansone, chiesti oltre 500 anni di carcere
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