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L'ex deputato di Fi è ancora latitante a Dubai
di AMDuemila
Il patrimonio dell'ex deputato e armatore calabrese, Amedeo Matacena, latitante a Dubai dopo una condanna per concorso in associazione mafiosa, questa mattina è stato sottoposto a sequestro e confisca dalla Dia. Si tratta di dodici società, disponibilità finanziarie collocate in conti esteri, 25 immobili aziendali e una motonave della stazza di oltre 8.100 tonnellate, già utilizzata per attività di traghettamento veicoli e passeggeri nello Stretto di Messina, per un valore di oltre 10 milioni di euro.
Il provvedimento è stato emesso dalla Corte d'assise d'appello di Reggio Calabria, su proposta del procuratore generale, Bernardo Petralia e del sostituto procuratore generale Domenico Galletta. Quattro delle società hanno sede in Italia (Villa San Giovanni, Reggio Calabria e Roma) e 8 all’estero (Isole Nevis, Portogallo, Panama, Liberia e Florida) e si riferiscono prevalentemente alle attività di tipo armatoriale, immobiliare e di edilizia svolte da Matacena: le aziende continueranno a operare sotto la guida di amministratori giudiziari designati dalla magistratura.
Matacena, già condannato definitivamente nel 2014, a 3 anni di reclusione dalla Corte di Cassazione per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, è stato individuato, in tale contesto giudiziario, come “uomo politico di riferimento delle cosche reggine per salvaguardare i loro interessi”. In seguito, il politico e armatore è rimasto coinvolto nelle indagini svolte dalla Dia Reggio Calabria (Operazione Breakfast), in cui viene descritto come un “soggetto in grado di fornire un determinante e consapevole apporto causale alla 'ndrangheta reggina, attraverso lo sfruttamento del suo rilevantissimo ruolo politico e imprenditoriale e per questa via agevolare il più ampio sistema criminale, imprenditoriale ed economico, riferibile alla predetta organizzazione di tipo mafioso".
Operazione che ha portato all’emissione di diverse ordinanze di custodia cautelare, oltre che nei suoi riguardi, anche a carico della moglie Chiara Rizzo, per intestazione fittizia di beni, e dell'ex ministro Claudio Scajola, accusato di averlo aiutato a sottrarsi all'arresto.
Entrambi, insieme al braccio destro di Matacena, Martino Politi, e alla storica segretaria, Mariagrazia Fiordelisi, stanno affrontando il processo, mentre da Dubai l'ex parlamentare di Forza Italia si dichiara "un perseguitato".
Secondo i giudici di Reggio Calabria, invece è "socialmente pericoloso" come affermato da un'altra sezione del tribunale solo qualche mese fa, ma è anche - dice oggi la Corte d'appello - a capo di un impero economico e finanziario "frutto di attività illecite e dei loro proventi". Non a caso - hanno accertato gli uomini della Dia, che da anni gli stanno con il fiato sul collo - esiste "una oggettiva quanto marcata sproporzione" tra gli investimenti effettuati e i redditi dichiarati.

Foto © Fotogramma

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