Le dichiarazioni dell'ex consigliere arrestato con "Mammasantissima"
di AMDuemila
Alberto Sarra, ex consigliere regionale arrestato nell'inchiesta "Mammasantissima" non è un pentito ma davanti al pm Lombardo - che ne segue le indagini - continua a offrire spunti e riscontri su quel complesso di poteri targati 'Ndrangheta e politica. Così, scrive Il Fatto Quotidiano, i suoi verbali sono finiti anche nel processo "Gotha".
Secondo le indagini condotte dal Ros al vertice di quella componente riservata composta da personaggi "invisibili" ci sono Giorgio De Stefano e Paolo Romeo, entrambi avvocati e precedentemente condannati per concorso esterno in associazione mafiosa (già detenuti). Con "Mammasantissima" è giunta l'ordinanza di custodia cautelare nei loro confronti, così come per l'ex dipendente della Regione Francesco Chirico e lo stesso Sarra, che al pm Lombardo spiega il ruolo di Romeo, colui che "ha fatto pressione su Valentino (l’ex sottosegretario di Stato nel governo Berlusconi Giuseppe Valentino, ndr) che a sua volta ha fatto pressione su Fini per la candidatura di Pirilli”. Il riferimento è alla candidatura dell’ex presidente della Provincia di Reggio Umberto Pirilli (An) al Parlamento Europeo, messa in atto per ordine di Romeo così da impedire a Scopelliti di lasciare Reggio Calabria. Secondo l'inchiesta "Mammasantissima" Scopelliti, sentito dai pm, sarebbe stato il sindaco "manovrato" dall'avvocato Romeo.
L'elezione di Pirilli, considera Sarra, “è il risultato dell’accordo tra la componente di Matteoli e quella di Alemanno e Storace. Che era la cosiddetta ‘destra sociale’”. Romeo, prosegue, “ha fatto pressione su Valentino che a sua volta ha fatto pressione su Fini per la candidatura di Pirilli” chiarendo che "Valentino aveva il rapporto con Fini diretto allora” e di come la candidatura di Pirili "passa da una scelta che non è locale. Il problema è che viene fatta un’abbinata a livello nazionale. Pirilli non vince in Calabria. Tanto per essere chiari. Pirilli vince in Campania, dove prende oltre 10.000 voti”.
Sarra racconta poi di avere "il rapporto con Fiume (ex killer oggi pentito, ndr)" mentre "Scopelliti aveva il rapporto con i De Stefano". Quindi aggiunge che lo studio di Romeo era frequentato, oltre che da Giorgio De Stefano, anche da sottosegretari, parlamentari e politici del territorio locale. "Sono rapporti sui quali lui incide" afferma Sarra, dichiarando di poterlo dire "perché ero alla Provincia e lui aveva rapporti con Pirilli e aveva degli spazi all’interno dell’amministrazione provinciale. Che lui avesse dei rapporti con Valentino, io lo posso testimoniare perché mi risulta ed erano i rapporti anche in cui lui gli indicava, incideva, esprimeva, dava indicazioni. Paolo Romeo è l’anello di congiunzione tra un mondo deviato. Il mondo che è vicino a Romeo non parla bene di lui”.
Poi nomina anche il senatore Antonio Caridi, ugualmente arrestato in "Mammasantissima": “Il suo rapporto con Scopelliti è un rapporto risalente nel tempo". Secondo Sarra "non è stato casuale che il Caridi sia stato individuato quale assessore alle Attività Produttive" invitando ad "analizzare i progetti legati alla gestione dei fondi comunitari per capire chi è stato avvantaggiato dal Caridi e dalla Fincalabra" la società attraverso la quale la Regione Calabria gestisce i finanziamenti targati Unione Europea. Mentre l’avvocato Franco Zoccali, assessore provinciale negli anni Novanta ed ex capo di gabinetto di Scopelliti, "fa da collegamento… sia politico che altro", tanto che "se Caridi era legato all’ex governatore della Calabria, l’avvocato Franco Zoccali lo era ancora di più".
Emerge anche l'episodio in cui Giuseppe Raffa (FI), sindaco facente funzioni quando Scopelliti diventa governatore della Calabria, rifiutò di firmare una missiva presentata da un soggetto giunto per conto di Scopelliti, che gli intima di rinunciare al ruolo di Sindaco e Commissario Straordinario del Decreto Reggio perché era il caso che continuasse ad essere Scopelliti. Così Raffa, è la considerazione di Lombardo, "viene da me a denunciare dicendomi ‘mi volevano costringere perché per loro è fondamentale mantenere la gestione dei flussi finanziari che ruotano intorno al Decreto Reggio che continuava in quel periodo ad essere foraggiato mi pare con 14 milioni all’anno’”.
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