Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

pelle antonio arresto 2016Video all'interno!
di Francesca Mondin
'Ndranghetista fuggì dall'ospedale 5 anni fa
E' finita la latitanza per il ricercato boss Antonio Pelle, 54 anni, detto "vancheddu" ma conosciuto come la "mamma", ritenuto il capo della cosca di 'Ndrangheta di San Luca. Questa mattina nelle prime luci dell'alba la squadra mobile di Reggio Calabria ha fatto irruzione nella sua abitazione di Bovalino e dopo diverse ore di ricerca ha individuato dove si nascondeva il capo mafia. Il nome del boss era nell'elenco dei 100 ricercati più pericolosi e stava per essere inserito nei primi 10.
"Lo cercavamo dappertutto e, infine, il cerchio si è ristretto proprio alla sua abitazione”. A dirlo è il capo della Squadra mobile di Reggio Calabria Francesco Rattà che ha sottolineato come il concetto "secondo cui la teoria che i veri boss non si allontanano mai troppo dal territorio d'origine, trova anche in questo caso piena conferma".
Il nascondiglio realizzato con estrema cura tra la stanza da letto ed il bagno "è una ulteriore prova - ha detto Rattà - dell'alta specializzazione 'bunkeristica' raggiunta soprattutto dalla 'ndrangheta della ionica reggina. L'ingresso del rifugio era davvero stretto, grande quasi come l'apertura di una piccola cassaforte domestica, da dove Pelle riusciva ad infilarsi non appena venivano avviati i controlli delle forze dell'ordine, scampando così alla cattura".
Il boss era ricercato per un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip nell’ambito dell’operazione Fehida condotta contro gli affiliati alle cosche Pelle-Vottari e Nirta-Strangio ed ora dovrà scontare una pena di 20 anni di reclusione.



La fuga dall'ospedale
La sua fuga, avvenuta cinque anni fa, fu clamorosa perchè riuscì a scappare indisturbato dall'ospedale di Locri dove era ricoverato da qualche giorno.
Pelle, arrestato nel 2008 era riuscito a farsi ricoverare all'ospedale per una grave forma di anoressia per la quale era stata certificata la sua incompatibilità con il regime carcerario.
Anoressia che in una prima fase era stata autodeterminata, spiegarono gli inquirenti, grazie all'utilizzo di medicinali dimagranti. L'obiettivo, dichiarato dallo stesso Pelle in un'intercettazione ambientale emersa all'epoca, era quello di “scendere velocemente sotto i cinquanta chilogrammi, così mi mandano ai domiciliari”.

Quella storica faida
Il boss è ritenuto dagli inquirenti a capo di quello schieramento che ha portato all'omicidio di Maria Strangio nel Natale del 2006. Omicidio che suscitò la reazione delle cosche opposte.
I Pelle infatti assieme ai Vottari, sono stati protagonisti della sanguinosa faida di San Luca contro le cosche rivali dei Nirta-Strangio culminata con la strage di Duisburg del Ferragosto 2007 nel corso della quale furono uccise ben sei persone.
"Antonio Pelle, sposato con Antonella Vottari – ha spiegato il questore di Reggio Calabria Raffaele Grassi - era ormai l'ultimo dei protagonisti strategici della sanguinosa faida di San Luca. Adesso, con la sua cattura e con i processi in corso, ogni pezzo del mosaico è stato messo al punto giusto ” .
"La sua cattura - ha sottolineato infine il procuratore della Repubblica Federico Cafiero de Raho - testimonia la forte capacità dello Stato e delle sue articolazioni di rompere ogni livello di collusione costruito attorno ai latitanti. Oggi in provincia di Reggio Calabria opera personale investigativo di prim'ordine che garantisce assoluta riservatezza di indagine e capacità di intervento rapido a tutela della sicurezza pubblica”.

In foto: l'arrestato di Antonio Pelle (filmato Polizia di Stato)

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos