di Sara Donatelli
Durante la quarta udienza del processo Aemilia il GUP ha rigettato le eccezioni di competenza territoriale presentate nel corso della scorsa udienza dagli avvocati di alcuni imputati. Accolte, dunque, le opposizioni delle parti civili e della DDA di Bologna, rappresentata in aula dai PM Marco Mescolini, Beatrice Ronchi ed Enrico Cieri.
Con la decisione di Francesca Zavaglia (il GUP) il processo Aemilia potrà proseguire a Bologna ed, in particolar modo, questa prima fase continuerà all’interno dello stand numero 29 della Fiera di Bologna, appositamente adibito ad aula bunker. Un immenso spazio che consente alle numerosi parti in causa di essere presenti in queste prime udienze preliminari. Il procedimento penale non verrà spostato pertanto a Catanzaro, e di questo ne sono sicuramente soddisfatti i PM dell’accusa che hanno fin da subito sostenuto l’importanza dello svolgimento del processo in Emilia Romagna, per varie motivazioni. Innanzitutto la maggior parte dei reati contestati sono stati commessi proprio in questa regione. In secondo luogo, attraverso le indagini e le intercettazioni è risultato ben chiaro come l’organizzazione criminale di stampo mafioso individuata in questi anni di inchieste sia ben radicata sul territorio emiliano ed indipendente dalla “casa madre” di Cutro, paese d’origine del boss Grande Aracri.