Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

annunziata-alfonsoSequestrato il patrimonio della cosca calabrese
di AMDuemila - 13 marzo 2015
Dietro la scalata economica dell’imprenditore Alfonso Annunziata ci sarebbe la potente cosca calabrese dei Piromalli. Questo quanto emerge dalle indagini che hanno portato la Guardia di Finanza, nell’Operazione denominata “Bucefalo”, a sequestrare beni per un valore di 210 milioni di euro ed arrestare 11 persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, contraffazione, frode in commercio, ricettazione e vendita di prodotti industriali con segni mendaci.
L’imprenditore Alfonso Annunziata, secondo le indagini coordinate dal procuratore Federico Cafiero de Raho e dal sostituto Roberto Di Palma, sarebbe in rapporti con i Piromalli fin dall’inizio delle sue attività.

Assai particolare è infatti il successo economico dell’imprenditore che da ambulante dei mercatini rionali è riuscito in poco tempo a costruire un impero nel settore dell’abbigliamento e diventare titolare del più grande centro commerciale di tutta la Calabria.
I primi contatti con la cosca calabrese, secondo gli inquirenti, non furono dei migliori e iniziarono nella metà degli anni ’80 con minacce e danneggiamenti all’allora piccolo imprenditore che aveva aperto un negozio nel centro di Gioia Tauro. Tanto che Annunziata sarebbe stato costretto a scappare dalla città per ritornare solo in seguito, dopo aver ricevuto l’autorizzazione dal capomafia Piromalli. Da quel momento in poi l’imprenditore non avrebbe avuto più problemi ed anzi sembrerebbe essere passato da vittima a “socio” della cosca. Il megastore, sequestrato ieri sarebbe stato infatti costruito su un terreno acquistato dai Piromalli, ma intestato ad Annunziata. Questo “legame” tra l’imprenditore e i boss avrebbe permesso, secondo quanto emerge dall’inchiesta, per la cosca di Gioia Tauro il controllo sulla gestione dei negozi e delle attività economiche nel più grande centro commerciale della Calabria e per l’imprenditore la possibilità di costruire il suo impero. A finire sotto le verifiche ed i controlli della Guardia di finanza e del Nucleo Speciale Polizia Valutaria anche i famigliari di Anfolso Annunziata.
I finanzieri durante le perquisizioni e l’arresto hanno trovato in casa dell’imprenditore ben 600 mila euro in contanti.
Addirittura risulterebbe che la decisione concordata tra Anas, Comune di Gioia Tauro e imprenditori, di modificare il progetto di riqualificazione della Salerno-Reggio Calabria per spostare l'uscita autostradale, sia stata fatta per volere proprio dei Piromalli. Manovra pretesa per rendere facilmente accessibile il centro commerciale "Annunziata" dall'A3.

Gli arrestati
A finire dietro le sbarre Alfonso Annunziata, nato a San Giuseppe vesuviano (NA). Mentre sono stati disposti gli arresti domiciliari nei confronti di Domenica Epifanio, nata a Oppido Mamertina (RC), Rosa Anna Annunziata, nata a Reggio Calabria, Valeria Annunziata, nata a Reggio Calabria, Marzia Annunziata, nata a Oppido Mamertina (RC), Carmelo Ambesi, nato a Scilla (RC), Claudio Pontoriero, nato a Scherzingen (Svizzera), Roberta Bravetti, nata a Forlì. Obbligo di dimora invece per Andrea Bravetti,  nato a Forlì, Andrea Fanì, nato a Bologna e Fioravante Annunziata, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA).

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos