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fbi-110214di Miriam Cuccu - 11 febbraio 2014
Maxiblitz tra Italia e Stati Uniti per opera di centinaia di uomini della Polizia e dell’Fbi, che hanno operato congiuntamente procedendo all’arresto di 26 persone (18 in Italia, otto a New York). Oltre 40 gli indagati dell’inchiesta (che ha avuto inizio due anni fa) denominata “New Bridge” e che avrebbe permesso di smembrare l’organizzazione criminale facente capo alle cosche della Ionica Calabrese presente in Italia, Stati Uniti, Canada e Centro America, e in stretti rapporti con le famiglie mafiose statunitensi e i narcos sudamericani. L’ennesima conferma della forte pervasività della mafia calabrese, capace di mettere le radici nei territori più diversi pur conservando intatte le sue caratteristiche e tradizioni. Tutto questo, unito ad una enorme disponibilità di denaro liquido (ben superiore perfino rispetto alle altre organizzazioni criminali) e alla ‘garanzia’ determinata dall’esiguo numero di collaboratori di giustizia, fa della ‘Ndrangheta ad oggi la mafia più potente, che grazie ai suoi rapporti oltreoceano ha accesso a enormi quantità di droga da piazzare sul mercato. Secondo gli inquirenti, i cartelli calabresi avevano pianificato, sull’asse Calabria-New York, un sistema di traffico di stupefacenti destinato al porto di Gioia Tauro. Sarebbero inoltre emersi contati finalizzati al traffico di cocaina tra la ‘Ndrangheta e alcuni soggetti legati ai cartelli dei narcos sudamericani.

Gli arresti, eseguiti dagli uomini della Squadra mobile di Reggio Calabria e del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato nelle province di Reggio Calabria, Napoli, Caserta, Torino, Benevento, Catanzaro e a New York negli Stati Uniti, sono stati possibili grazie alla cooperazione tra gli apparati investigativi italiano e americano, e al protocollo che prevede lo scambio di investigatori esperti nel contrasto alla criminalità organizzata. In Italia l’operazione è coordinata dal procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, dall’aggiunto Nicola Gratteri e dal pubblico ministero Paolo Sirleo, mentre del versante statunitense si sono occupati l’Eastern District di New York con l’impiego di agenti sotto copertura dello Sco e dell’Fbi, che hanno consentito il sequestro di oltre otto chili di droga a New York e Reggio Calabria. I profili internazionali dell’inchiesta sono stati invece curati dalla Direzione centrale per i servizi antidroga e dal Servizio cooperazione internazionale di Polizia.
I soggetti legati alla ‘Ndrangheta ed alle famiglie mafiose statunitensi sarebbero responsabili di un consistente traffico internazionale di droga. Nello specifico, sarebbero emersi dei rapporti tra la famiglia dei Gambino ed alcuni arrestati a New York. In Italia, invece, l’operazione ha interessato esponenti delle famiglie Ursino e Simonetta, capi di una potente ‘ndrina della Ionica calabrese. Sono tutti accusati a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, spaccio, riciclaggio ed altri reati.

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