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tamburodi Miriam Cuccu - 15 gennaio 2014 - Video all'interno!
La ‘Ndrangheta detiene la quasi totalità del monopolio di importazione della cocaina. La sua peculiare capillarità, la disponibilità di un capitale economico che non ha eguali, la possibilità di importare enormi quantità di polvere bianca esclusivamente sulla parola (senza bisogno di inviare acconti) permette alla mafia calabrese di gestire, dalla coltivazione alla vendita al minuto, una delle attività più lucrose e redditizie. Il carico arriva attraverso le vie più disparate, fino ad Amsterdam, Rotterdam, Anversa, Genova, Livorno, Napoli, Gioia Tauro. E Milano, che con 180mila consumatori abituali è la capitale d’Europa per il più alto consumo di polvere bianca.
Martedì mattina la Dda del capoluogo lombardo ha arrestato, tra Milano, Padova e Catanzaro, 13 esponenti (12 in carcere, uno ai domiciliari) legati alle cosche calabresi Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia), Barbaro Papalia di Platì e Ursino Macrì di Sidereo (Reggio Calabria) svelando, dopo un attento lavoro che molto ha dovuto alle intercettazioni dei soggetti, un lucroso sistema di traffico di stupefacenti nel Nord Italia. In particolare i carabinieri del Ros hanno intercettato una conversazione tra due trafficanti che con il fantomatico acquisto di un camion occultavano la compravendita di cocaina: “Meglio un pregiudicato che un uomo di Stato” dice uno, parlando di credibilità, e l’altro replicava: “Da quella bocca escono cose che ci faranno prendere dieci anni di galera”.

L’operazione, denominata ‘Tamburo’ e partita nel marzo del 2010, ha riscontrato come esponenti di più famiglie abbiano saputo creare un sodalizio per colmare quel vuoto venutosi a creare a seguito dell’operazione ‘Il crimine’, che sempre nel 2010 portò all’arresto di 300 indagati. Già da ottobre 2009 i carabinieri avevano iniziato a seguire gli spostamenti di Salvatore Mancuso (il quale non figura tra gli arrestati). Mancuso, ‘ndranghetista di un certo rilievo nella cosca di Limbadi, si era incontrato in più occasioni con alcuni pregiudicati invischiati nel traffico di stupefacenti. Quando Mancuso viene arrestato nel 2010 per estorsione i carabinieri spostano la loro attenzione su due suoi conoscenti: Antonio Muià e Fiorello Giuseppe Lombardo, entrambi pregiudicati, entrambi di origini calabresi e residenti a Milano.
La ‘Ndrangheta, che per la sua peculiare capacità di adattamento ai contesti e ai territori più disparati è oggi considerata la mafia più potente al mondo, era riuscita a riorganizzare il controllo dello spaccio di droga a Milano attraverso “un incontro affaristico tra gli esponenti di diverse cosche di 'ndrangheta originarie di diverse province calabresi, ma da anni residenti nell'hinterland milanese” ha spiegato il comandante del reparto anticrimine del Ros dei carabinieri di Milano, Giovanni Sozzo. “Gli esponenti della 'ndrangheta in nome degli affari sono disposti a superare momenti di conflittualità e trovano armonia operativa in nome del narcotraffico. È un gruppo che non ha avuto bisogno di usare la violenza: la loro provenienza dalle cosche era ben nota agli acquirenti, bastava per indurli alla precisione assoluta nei pagamenti delle partite”.
Dalle indagini dell’operazione di ieri, dirette dal pm Piero Basitone, sarebbero emersi i collegamenti con la Calabria di cui il sodalizio ‘ndranghetista godeva per il rifornimento di sostanze stupefacenti. Ad esempio, i contatti con il pregiudicato Giuseppe Molluso (arrestato nel corso dell’operazione) originario di Locri ma residente a Buccinasco e legato ai Barbaro-Papalia. “Abbiamo colpito il livello intermedio, quello che si pone tra i grandi canali di approvvigionamento di cocaina e lo spaccio al minuto, una sorta di grande distribuzione sul territorio o spaccio in grande stile come l'ha definito il gip Luigi Varanelli nella sua ordinanza” ha dichiarato ancora il comandante Sozzo.

I nomi degli arrestati: Gabriele Bonaldi, Rosario Britti, Riccardo Colosimo, Antonino Guarnaccia, Fiorello Lombardo, Luciano Longo, Daniele Martino, Giuseppe Misiano, Giuseppe Molluso, Antonio Muià, Giuseppe Pagano, Massimo Sorbilli, Giovannino Verre.

VIDEO © multimedia.quotidiano.net
'Ndrangheta, le intercettazioni choc: "Meglio pregiudicato che uomo dello Stato"



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