di AMDuemila - 24 gennaio 2013
"O la smette o gli spariamo in bocca" questa la minaccia di morte rivolta a Giovanni Tizian, giornalista della Gazzetta di Modena. L'intercettazione contenente la minaccia risale al dicembre del 2011, ma è emersa solo ieri dopo l'operazione Black Monkey, condotta dalla guardia di finanza e dalla Dda di Bologna, che ha svelato un giro di video slot machine truccate e di gioco on line illegale.
Durante l'operazione sono state eseguite in tutta Italia 29 ordinanze di custodia cautelare e sequestri per oltre 90 milioni di euro. Due degli arrestati sono Nicola Femia, boss della 'ndrangheta e l'imprenditore Guido Torello, i due interlocutori nell'intercettazione e fautori della minaccia al giornalista Tizian.
Il boss Femia si lamentava per un articolo nel quale Tizian faceva il suo nome e parlava dei loschi affari della ndrangheta nel settore delle slot a Modena:"In mezza pagina parla di me questo giornalista, ed è già la seconda volta in due anni. Dice...un esponente della 'ndrangheta, poi questa cosa dei giochi.." . Al lamento del boss, Torello rispondeva secco: "O la smette o gli spariamo in bocca...Sappi una cosa, che ci sono due poteri oggi in Italia, la magistratura e i giornali".
Giovanni Tizian è sotto scorta dal 2011 proprio a causa di questa intercettazione, sebbene già conosceva il contenuto ieri dopo aver sentito per la prima volta le minacce ha dichiarato: "Questa telefonata mi fa impressione... ora capisco il pericolo".
Alla luce di quant'è accaduto la Redazione ANTIMAFIADuemila esprime solidarietà e vicinanza a Giovanni Tizian affinchè continui il suo lavoro con la stessa professionalità che l'ha animato fin ora.