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bertone-webdi AMDuemila - 6 novembre 2012
E' il momento della difesa per Giulio Lampada, l'imprenditore di Reggio Calabria accusato dalla Distrettuale antimafia di Milano di essere il collettore di interessi politico-mafiosi tra la Calabria e la Lombardia. L'avvocato Giuseppe Nardo ha presentato nei giorni scorsi all'ottava sezione collegiale del Tribunale di Milano un elenco di oltre 150 testimoni, tra i quali magistrati (spiccano i nomi di Alberto Cisterna e Roberto Pennisi), imprenditori e direttori di banca.

Tutti dovrebbero riferire sulla frequentazione del ristorante “da Giulio”, situato nei pressi del vecchio Tribunale reggino, dove avrebbero avuto conoscenza diretta di Lampada. Ma tra i testi che dovrebbero comparire vi sono anche il cardinale Tarcisio Bertone, il Vescovo di San Gregorio Magno e quello emerito di San Marco-Scalea, che secondo la difesa dovrebbero riferire sulle modalità con le quali Lampada è riuscito ad ottenere il via libera per il battesimo della figlia in Vaticano e su come sia riuscito ad arrivare alla nomina di "Cavaliere di San Silvestro".
Lampada ci teneva tanto a diventare cavaliere della Santa Sede da vantarsi di esser stato “nominato da monsignor Bertone”.
Nelle intercettazioni raccontava “Sono cavaliere di San Silvestro e mia figlia l'ho battezzata in Vaticano” e che “dopo aver ricevuto targhetta e distintivo” si sarebbe fatto preparare “un’alta uniforme su misura” e che “ora in tutte le diocesi mi devono chiamare eccellenza”.
Il suo nome compare a pagina 953 degli Actae Apostolicae Sedis, la gazzetta ufficiale della Santa Sede. Scorrendo le nomine della Segreteria di Stato, nell’elenco di persone entrate a far parte del “Cavalierato dell’Ordine di San Silvestro Papa”, si fa menzione del “sig. Giulio Lampada” con l’indicazione della diocesi di San Marco Argentano-Scalea. Faceva parte di un’infornata di 19 nuovi cavalieri nominati il 17 agosto del 2009. Due anni dopo Lampada venne arrestato per associazione mafiosa, con l’accusa di essere un boss della ‘Ndrangheta. Per la Procura di Milano coordinata da Ilda Boccassini, Lampada gestiva sale giochi e riciclava denaro, corrompeva giudici e pagava soggiorni e escort dell'Est a un magistrato compiacente di Palmi (finito in carcere).
Ora, se da il Tribunale accetterà la richiesta di chiamare a testimoniare il cardinale Bertone si avvierebbe un iter complesso con una serie di trasmissioni di richieste tra l'ambasciata italiana e quella del Vaticano. In caso di risposta affermativa, il cardinale Bertone potrebbe anche chiedere
di essere ascoltato nella Santa Sede. A proporre Lampada per il cavalierato è stato l'allora vescovo di San Marco Argentano Scalea, Domenico Crusco. Il religioso — intervistato dal Quotidiano di Calabria — rispose di conoscere molto poco l'imprenditore che gli era stato presentato e raccomandato dal consigliere Pdl della Regione Calabria Francesco Morelli. Anche Morelli, ex An legato al sindaco di Roma Alemanno, anch'egli finito in carcere  con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

In foto: S.E. il Cardinal Bertone

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