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garofalo-lea-webdi Lara Borsoi - 31 marzo 2012
Ergastolo. Questa la decisione della Corte d'Assise di Milano presieduta dal giudice Anna Introini. Ieri sera alle 21 dopo quattro ore di camera di consiglio, la sentenza di primo grado riconosce  colpevoli i sei imputati e quindi condannati all'ergastolo. Viene così avvalorata la requisitoria del pm Marcello Tatangelo, durata oltre 15 ore. Non solo, per Carlo e Vito Cosco per i primi due anni di prigionia è stato disposto l'isolamento diurno. Un anno per il resto della banda. Avvallata anche la richiesta di risarcimento per un importo di 200.000 euro alla figlia Denise Cosco e 25.000 euro per il Comune di Milano. Inoltre, Carlo Cosco perde la potestà genitoriale sulla figlia.

Diversi i capi d'imputazione: Carlo Cosco è accusato di aver attirato la donna a Milano con la scusa di discutere del futuro della figlia per poi rapirla e consegnarla nelle mani di Massimo Sabatino, Rosario Curcio e Carmine Venturino che sequestrano la donna. In seguito Lea Garofalo, per mano di Vito Cosco e Giuseppe Cosco viene interrogata, tortura e uccisa. Infine, tutti sono stati accusati di aver sciolto il corpo della testimone di giustizia in 50 litri di acido.
La figlia Denise, nascosta per motivi di sicurezza in una sala del Tribunale, dopo aver ascoltato la sentenza, tramite i suoi legali ha fatto sapere: “Il fatto più importante oggi è che una giovane ragazza a cui fanno ucciso la mamma ha avuto il coraggio di essere testimone di giustizia. Ha rotto la paura e l'omertà e ha portato il suo contributo a scrivere una pagina di giustizia e verità.”
Presenti in aula invece tanti cittadini, associazioni, giornalisti, i ragazzi del presidio in nome di Lea Garofalo, Don Luigi Ciotti presidente di Libera, il presidente onorario Nando Dalla Chiesa figlio di Carlo Alberto Dalla Chiesa. Tutti emozionati e soddisfatti della sentenza, in particolare Don Ciotti che ha dichiarato: “Giustizia è stata fatta, dobbiamo tutti inchinarci davanti a Denise che è riuscita a rompere gli schemi mafiosi.”  

La Storia
Lea Garofalo nasce a Petilia Policastro nel 1974 e fin da piccola respira “aria criminale”. Il padre viene ucciso in una faida tra famiglie rivali. Stessa sorte per il fratello Floriano che muore nel 2005 vittima di un agguato. Da adolescente conosce Carlo Cosco e nel '91 nasce la loro figlia Denise. Nel 1995 viene ucciso il “socio” di Carlo Cosco, Antonio Camberiati. Insieme gestivano un traffico di stupefacenti. Per l'omicidio verrà arrestato il Cosco ma verrà condannato solo per spaccio e traffico di droga. Nel tempo trascorso dal compagno dietro le sbarre, la donna decide di cambiare vita, di offrire alla figlia un futuro migliore. Inizia così a rilasciare dichiarazioni e nel 2002 entra nel programma di protezione . Nel 2006 le viene revocato il programma perchè le sue dichiarazioni non sono ritenute utili ai fini delle indagini. Nel 2009 il tar accetta il ricorso della donna ma sarà lei a quel punto a rifiutare il programma di protezione. Nel frattempo il Cosco esce di prigione e la donna per paura ricuce i contatti con l'ex compagno. Lui vuole sapere a tutti i costi ciò che Lea ha dichiarato agli inquirenti e facendo leva sulle necessità della giovane figlia riesce ad avvicinarsi alla donna. Troppo vicino. Sino alla fatidica notte tra il 24 e 25 novembre 2009. Notte in cui la donna scompare e Milano registra il primo caso di lupara bianca.

Finalmente ieri un primo passo verso la verità è stato fatto. Ora è necessario garantire un futuro sicuro per Denise.

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