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terremoto-aquiladi AMDuemila - 19 dicembre 2011
Quattro imprenditori, tre calabresi e uno aquilano, sono stati arrestati questa mattina nell'ambito di un'operazione della Guardia di Finanza dell'Aquila contro infiltrazioni della 'Ndrangheta in Abruzzo, nelle attività connesse al risanamento del patrimonio edilizio danneggiato dal sisma dell'aprile 2009. L'accusa è di aver assicurato le basi logistiche e societarie per l'ingresso nei milionari appalti privati, quelli senza gara e senza l'obbligo dei certificati antimafia, di aziende vicine alla 'Ndrangheta.

Sono i primi arresti, gli ordini sono stati formati dal Gip, Maco Billi, per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso. Polizia e guardia di finanza che hanno lavorato congiuntamente alle indagini hanno messo le manette ai polsi di imprenditori legati alla cosca Caridi-Zincato-Borghetto: si tratta del 34enne aquilano Stefano Biasini, Antonino Vincenzo Valenti (45), nato e residente a Reggio Calabria, il fratello Massimo Maria Valenti (38), nato a Reggio Calabria e residente all'Aquila, e Francesco Ielo (58), nato a Reggio Calabria e residente ad Albenga (Savona).
Secondo quanto riportato nell'ordinanza di custodia cautelare, i quattro arrestati avrebbero "fornito un contributo rilevante ai fini del rafforzamento dell'associazione, dell'espansione del raggio d'azione e del raggruppamento degli scopi illeciti del programma criminoso, svolgendo all'Aquila e in Abruzzo attività logistica esecutiva e di supporto alle attività criminali, per acquisire in maniera diretta o indiretta il controllo e la gestione di attività economiche, così consapevolmente favorendo la penetrazione degli interessi economici criminali delle famiglie 'ndranghetiste".
L'operazione denominata «Lypas» dal nome da una delle aziende di costruzione in odore di 'Ndrangheta ha portato al sequestro delle quote di quattro società, di otto automezzi, cinque immobili, 25 rapporti bancari, riconducibili agli indagati e alle attività commerciali a loro facenti capo. Il valore complessivo è di oltre un milione di euro. Nel corso di una conferenza stampa il procuratore distrettuale antimafia dell'Aquila, Alfredo Rossini, nel rilanciare l'allarme infiltrazioni mafiose, ha sottolineato l'importanza dell'operazione: intorno a lui, tra gli altri, il suo sostituto Fabio Picuti, il prefetto dell'Aquila, Giovanni Iurato, il questore, Francesco Cecere, e il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Giovanni Domenico Castrignanò. Tutti hanno sottolineato la preziosa sinergia tra istituzioni, autorità giudiziaria e forze dell'ordine. Le indagini sono partite due anni fa, poi sono state rafforzate dalla operazione «Alta Tensione» della Procura di Reggio Calabria che ha portato all'arresto di numerose persone, tra cui il boss Santo Giovanni Caridi, sul conto del quale tra l'altro sono emersi collegamenti con società aquilane impegnate nella ricostruzione. Riguardo la vicenda odierna, è emerso che il commercialista del boss aveva acquistato il 50% della società di costruzioni «Tesi srl», di proprietà di uno dei quattro arrestati, Stefano Biasini. Secondo l'accusa, Caridi si sarebbe inserito nella ricostruzione attraverso Biasini, con la mediazione degli altre tre arrestati. Gli appalti ai quali le società in odore di 'Ndrangheta avevano partecipato sono due, con un fatturato complessivo di circa 200 mila euro perchè relativi a case con danni lievi. Erano in trattative, secondo quanto si èappreso, per un'altra quindicina di commesse sempre nella ricostruzione, questa volta di valore più alto perchè legato alle case più danneggiate dal sisma, quella classificate E. Il procuratore della Repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini, ha quindi sottolineato come le infiltrazioni nel settore privato rappresentino un aspetto anomalo.
"C'è di nuovo il fatto che si è trattato di infiltrazioni mafiose nel settore privato. E' un aspetto anomalo se si tiene conto del fatto che più frequentemente questo tipo di infiltrazioni avviene nel settore pubblico. Insomma la 'ndrangheta ha attaccato i privati aquilani colpiti dal sisma ed ora impegnati nella ricostruzione delle proprie abitazioni e noi li stiamo difendendo", ha detto a Reuters Rossini, che ha coordinato le indagini svolte dal Gico della Guardia di Finanza e dalla squadra mobile dell'Aquila.

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