Le forze dell'ordine hanno eseguito due provvedimenti di confisca di beni per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro, frutto di due distinte operazioni contro la ‘Ndrangheta nel territorio calabrese.
La Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro ha dato esecuzione a una confisca per 4,8 milioni di euro, disposta dopo la sentenza della Corte d'Appello di Catanzaro, passata in giudicato nel febbraio scorso, nell'ambito del processo scaturito dall'operazione Profilo Basso, conclusa nel gennaio 2021. Il provvedimento riguarda sei persone condannate in via definitiva per associazione a delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti, trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, reati aggravati dall'agevolazione mafiosa. Passano allo Stato beni mobili e immobili, rapporti bancari e disponibilità finanziarie. I sei collaboravano con i vertici delle locali di ‘Ndrangheta di San Leonardo di Cutro (Kr) e Roccabernarda (Kr) per creare un network di imprese fantasma, o "cartiere", che emettevano false fatture a imprese colluse per evadere imposte e ottenere indebiti rimborsi fiscali. Parallelamente, la Guardia di Finanza di Catanzaro ha eseguito la confisca di beni per 1,2 milioni di euro riconducibili a due affiliati della cosca Gallace-Gallelli di Badolato (Cz), in esecuzione di una sentenza definitiva del Tribunale di Catanzaro. Il provvedimento riguarda due aziende edili, immobili, terreni, automezzi e rapporti bancari. La confisca chiude una vicenda processuale avviata con l'inchiesta Scheria, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia e delegata alla Squadra Mobile di Catanzaro, che nel 2015 aveva portato all'arresto di sette affiliati, poi condannati per estorsione aggravata dalle modalità mafiose. Le indagini hanno ricostruito gli assetti societari della cosca Gallelli, che grazie a intestazioni fittizie e schermi societari era riuscita a inserirsi in importanti attività imprenditoriali e commerciali.
Foto © Imagoeconomica