Scambio politico-mafioso al centro dell’inchiesta: arrestati il sindaco di Badolato e altri politici locali
Rappresenta un altro duro colpo inflitto all’attività della 'Ndrangheta, quello condotto dal Comando provinciale di Catanzaro insieme al Ros in diverse regioni italiane. Il blitz, avviato alle prime luci dell’alba, ha portato infatti all’arresto di 44 persone, tra cui alcuni politici. Quindici degli arrestati sono stati trasferiti in carcere, mentre 29 sono stati posti agli arresti domiciliari. L’operazione, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, ha portato alla luce una serie di reati gravi: oltre all’associazione di tipo mafioso, anche il traffico di armi, reati contro la persona e il patrimonio, violazioni in materia di stupefacenti e, infine, lo scambio elettorale politico-mafioso. Ancora una volta, uno degli aspetti più significativi dell’inchiesta condotta dalla Dda è proprio l’accusa di scambio politico-mafioso, che ha coinvolto da un lato la ‘Ndrangheta, dall’altro diverse figure della politica locale, come il sindaco di Badolato, in provincia di Catanzaro, Giuseppe Nicola Parretta, il suo vice Ernesto Maria Menniti e il presidente del Consiglio comunale, Maicol Paparo; tutti e tre finiti agli arresti domiciliari. In particolare, a finire sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti sarebbe la loro elezione, avvenuta nel 2021 con la lista “Vivi per Badolato”. In quell’occasione, Parretta ottenne una vittoria schiacciante con il 92,1% dei voti contro il suo avversario, lo stesso Menniti, che dopo la sconfitta entrò nell’amministrazione come vicesindaco.
La portata dell’inchiesta si è estesa ben oltre i confini calabresi, con perquisizioni e arresti eseguiti anche nel Lazio, in Piemonte e in Lombardia: tutte regioni in cui la ‘Ndrangheta ha consolidato da tempo la sua presenza. Secondo quanto emerso dalle indagini, al centro dell’organizzazione smantellata dai Ros dei Carabinieri ci sarebbe Cosimo Damiano Gallace, boss del “locale di Guardavalle”. Gallace, nonostante fosse stato raggiunto da un ordine di carcerazione emesso nel 2020, avrebbe continuato a dirigere le attività mafiose, riuscendo persino a stabilire connessioni e alleanze, pianificare estorsioni e gestire il traffico internazionale di stupefacenti. Un potere decisionale tale da permettergli di gestire anche la latitanza di alcuni affiliati, soprattutto alcuni esponenti detenuti all’estero, come Vincenzo Pasquino, incarcerato in Brasile. Non meno significativo è il coinvolgimento della ‘Ndrangheta in alcuni affari legati all’emergenza sanitaria. Attraverso alcune intercettazioni - spiega “Il Fatto Quotidiano” - è stato possibile conoscere gli ordini impartiti da Domenico Vitale, stretto collaboratore di Gallace, affinché due membri dell’organizzazione, Ivano Piperissa e Giuseppe Foti, si occupassero di un affare da 380 mila euro sui dispositivi di protezione individuale anti-Covid 19. Un dettaglio, l’ultimo di una lunga serie, che conferma ancora una volta come le cosche siano riuscite a infiltrarsi all’interno di numerosi settori altamente remunerativi, spesso approfittando delle crisi e delle emergenze, comprese quelle di natura sanitaria.
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