Domani in libreria il nuovo saggio del procuratore di Napoli e del docente internazionale ed esperto in criminalità organizzata
Esce domani il nuovo libro del Procuratore della Repubblica di Napoli Nicola Gratteri e del docente esperto in criminalità organizzata Antonio Nicaso: il titolo è "Una Cosa sola" (ed. Mondatori).
Le mafie (Cosa nostra, Camorra e 'Ndrangheta e altre) sono unite da un unico sistema il cui principale motore rimane narcotraffico. Si tratta di una miniera inesauribile di ricchezza per l organizzazioni criminali e la cui forza economica viene usata per controllore interi settori del sistema politico e finanziario.
L'errore, ha ribadito Gratteri in un'intervista rilasciata al 'Fatto Quotidiano', è sempre quello di "ignorare il contesto in cui le mafie operano, evitando di colpirle sul terreno viscido della corruzione e della collusione. Invece di recidere il reticolo di potere che da oltre 160 anni alimenta e legittima, si continua ad aggirare il problema, come fossimo assuefatti. La corruzione sta consentendo alla ’Ndrangheta di radicarsi lontano. Le camorre sono sempre più agguerrite, Cosa nostra è tornata alle vecchie abitudini e si muove senza farsi notare. E le mafie garganiche iniziano a espandersi".
Le mafie di oggi, abbandonata la violenza vistosa che le caratterizzava in passato, si sono trasformate in sofisticate imprese globali. Gestiscono complesse operazioni economiche, riciclano enormi quantità di denaro sporco e collaborano con reti internazionali di criminalità organizzata. La loro influenza si estende senza confini, dall’Europa all’America Latina, passando per Africa e Asia, infiltrandosi nelle istituzioni e destabilizzando le economie locali.
Grazie a strategie di camuffamento sempre più raffinate, sfruttano normative deboli e la complicità di professionisti e colletti bianchi per penetrare in settori strategici come la finanza, le infrastrutture, le energie rinnovabili e il mercato immobiliare. Attraverso paradisi fiscali e circuiti finanziari digitali, le loro operazioni illecite si intrecciano con il tessuto stesso dell’economia globale.
A questo si aggiunge la delegittimazione del lavoro dei magistrati e l'approvazione di riforme che danno ampio spazio ai criminali (vedi riforma Cartabia, Nordio, taglio alle intercettazioni, bavaglio alla stampa, separazione delle carriere, abolizione dell'abuso d'ufficio etc...).
Certamente, ha osservato Nicaso, "le leggi non sono scritte sulla pietra" ma "il metodo mafioso sta cambiando, adeguandosi al mercato. Sarebbe auspicabile un confronto sereno, ma al momento pare impossibile”.
Però intanto la "criminalità organizzata oggi dispone del più grande ammontare di capitali liquidi, pari all’8-10% del Pil mondiale. Ma per impoverirla si fa poco, in Europa, per esempio, si confisca meno dell’1% dei beni illegalmente conseguiti. Quanto alla violenza, le mafie l’hanno quasi sempre centellinata: per prosperare sanno che serve profilo basso e collusione con i poteri forti".
Tutto questo, secondo il magistrato, crea un ambiente favorevole alla penetrazione delle mafie, le quali "incontrano sempre meno resistenza, e grazie a reati come la falsa fatturazione riescono a penetrare in ambiti imprenditoriali e geografici senza timore. Chi un tempo veniva percepito come vittima oggi è complice" tanto che "le mafie non vengono considerate un rischio geopolitico. Forse per evitare di combatterle seriamente, come si è fatto con il brigantaggio e con il terrorismo. E anche con gli stessi Corleonesi. Se le mafie riconoscono il ruolo primario dello Stato e lo Stato non utilizza tutte le risorse necessarie a contrastarle si crea una sorta di stasi che sta bene a molti".
Tuttavia la politica fa poco o nulla per arginare il fenomeno: più la politica è debole e più "le mafie si ingrassano". "Quando i poteri dello Stato fanno di tutto per delegittimarsi a vicenda, non danno una buona immagine di sé. Vedo solo 'caciara', mentre servirebbe senso delle istituzioni e volontà politica nel combattere sia le mafie sia la corruzione".
La globalizzazione delle mafie
Rimane la 'Ndrangheta la mafia che "si è più adeguata alla globalizzazione - ha detto il procuratore di Napoli - non siamo più negli anni 90 quando era considerata una mafia stracciona. Oggi è presente in almeno 40 Paesi, ha rapporti commerciali con le organizzazioni criminali più importanti e accumula profitti enormi grazie al traffico di droga". Difatti il narcotraffico rimane la principale fonte di ricchezza senza contare che "non c’è mai stata tanta cocaina in circolazione. E alle piazze di spaccio tradizionali si sono aggiunte quelle virtuali, garantite dai mercati nel darkweb.", ha osservato Nicaso.
Ed è in questo contesto che trovano ampio spazio le "Triadi, le mafie cinesi. Ci sono segmenti - ha continuato - di questo franchising criminale che si sono impadroniti di traffici importanti, come droghe sintetiche e contraffazione, ma soprattutto tengono in mano gran parte della finanza criminale: il 90% delle cosiddette banche sommerse lo gestiscono loro".
Nel libro inoltre viene anche descritto come l'Artico stia diventando territorio di conquista delle organizzazioni criminali grazie allo "scioglimento dei ghiacciai e la possibilità di rendere navigabile la rotta artica".
Fonte: ilfattoquotidiano.it
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