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Sono circa 800 i chilogrammi di cocaina sequestrati stamattina al Porto di Gioia Tauro dai finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria e i funzionari del locale Ufficio dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm). La droga sul mercato avrebbe fruttato alla ‘Ndrangheta una cifra che si aggira attorno ai 120 milioni di euro (150 mila euro al chilo). Contando che nel porto di Gioia Tauro sono state finora sequestrate complessivamente circa 3,8 tonnellate di cocaina i numeri salgono vertiginosamente toccando i 570 milioni di euro. "L'operazione di oggi nasce da controlli ordinari nel porto di Gioia Tauro, che si conferma punto di snodo cruciale scelto dalle organizzazioni criminali per i traffici internazionali di droga. Le investigazioni si sono concentrate su alcuni container 'sospetti', provenienti dal Sud America e destinati a raggiungere altri porti europei" ha affermato all'Adnkronos il tenente colonnello Ivan Conidi, comandante del gruppo della Guardia di Finanza di Gioia Tauro. "Si tratta di un quantitativo particolarmente ingente - prosegue il tenente colonnello Conidi -, che dimostra la capacità dei flussi gestiti dalla criminalità di penetrare e 'inquinare' le rotte commerciali normali. Spesso e volentieri le ditte sono ignare di trasportare carichi illegali. Quello di oggi, quindi, è un duro colpo che abbiamo inflitto, in particolare alle cosche del territorio calabrese". "Le indagini sono ancora in corso, tuttavia possiamo dire - chiosa il comandante Conidi - che la nostra attività ha un duplice obiettivo: da un lato, evitare che la sostanza stupefacente venga immessa nelle piazze di spaccio e quindi tutelare la salute e la sicurezza pubblica; dall'altro, colpire le organizzazioni criminali dal punto di vista finanziario, impedendo loro di realizzare profitti illeciti considerevoli, come in questo caso. La cocaina che arriva in Italia dal Sud America, infatti, ha un livello di purezza altissimo, viene tagliata e immessa nel mercato a prezzi molto elevati".

Foto © Imagoeconomica

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