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L'intervento del procuratore della repubblica di Napoli a Presadiretta

"Il dark web è il futuro delle mafie. Le mafie lo hanno dimostrato: i più grandi broker ormai comprano cocaina seduti su una poltrona. Con un software dedicato è possibile ordinare 2.000 kg di cocaina senza più andare nella foresta amazzonica. E quindi non capisco quando qualcuno dice che bisogna tornare ai pedinamenti, che si sta esagerando con le intercettazioni. Ma se io vi dimostro che è possibile nel dark web comprare tutto ciò che è illecito, uccidere una persona, acquistare moneta elettronica, qualsiasi cosa di illecito, la troviamo nel dark web".

A parlare è stato il procuratore della repubblica di Napoli Nicola Gratteri durante la puntata di Presa Diretta condotta da Riccardo Iacona intitolata 'La mafia dei soldi'.

In un contesto sempre più pervaso dalla tecnologia, le mafie si evolvono, il nostro sistema di prevenzione e repressione resta bloccato da tagli alle risorse, vuoti di organico e nuove restrizioni sulle intercettazioni. Gratteri e altri magistrati, tra cui il sostituto procuratore nazionale antimafia e già consigliere togato del Csm Nino Di Matteo, hanno lanciato un allarme riguardo alle conseguenze di un sistema legislativo che, anziché adattarsi alle esigenze investigative moderne, sembra indirizzarsi verso un indebolimento della lotta alla criminalità.

"Abbiamo sottovalutato le mafie - ha detto Grateri - chi ci ha governato negli ultimi anni non ha programmato, non ha pensato a quello che sta accadendo oggi. State leggendo sui giornali, da un paio di mesi non si parla d'altro, le notizie più importanti sono quelle sull'informatica di tutta la rete della pubblica amministrazione italiana, che è un colabrodo". "Ancora prima che io arrivassi a Napoli, già la 'Ndrangheta, in un'indagine importante, ha pagato degli hacker rumeni e tedeschi che sono scesi in Calabria per estrarre Bitcoin o fare transazioni finanziarie in tre continenti contemporaneamente. Noi non abbiamo idea delle evoluzioni. Loro hanno stanze piene di euro. Il loro problema è portare alla luce del sole, giustificare quella ricchezza. E noi ancora stiamo a discutere se le intercettazioni costano troppo, e quanto costano".


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In base ad uno studio di Presa Diretta nel 2023 le intercettazioni sono costate 5 milioni di euro ma lo Stato, grazie alle operazioni di sequestro e condisca da esse scaturite, ne ha guadagnati 197.

Quindi "ci guadagna", ha ribadito il magistrato, ed è "falso dire che le intercettazioni costano troppo, perché intercettare un telefonino costa 3 euro al giorno. Non mi pare una grossa spesa. E poi io i pedinamenti con chi li dovrei fare? Mancano migliaia di uomini e donne nelle forze dell'ordine, Polizia, Carabinieri, Polizia Penitenziaria. Con chi dovrei lavorare? Ammesso che servano i pedinamenti, con chi li dovrei fare? Nessuno ha pensato di coprire i vuoti di organico dal 2010 a oggi".

Si è poi tornati a parlare del ddl anti-intercettazioni proposto da Pierantonio Zanettin (Forza Italia) che limiterà le captazioni a soli 45 giorni con la sola eccezioni per i reati di mafia e terrorismo.

Ma questo, secondo Gratteri, non basta: "Io non ho la visione di compartimenti stagni, perché certa pubblica amministrazione e il mondo delle professioni non è disgiunto dalle mafie o da certa politica. I reati contro la pubblica amministrazione, corruzione, concussione e peculato, stanno gomito a gomito con certa politica e con certa mafia. Dire che non si toccheranno le intercettazioni per mafia o terrorismo non è sufficiente; è superato questo concetto. Devo poter utilizzare intercettazioni anche per fatti che riguardano la pubblica amministrazione. Non posso considerare i reati che riguardano la pubblica amministrazione".


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Operazione Trojan Shield: i criptotelefonini e la lotta alla criminalità informali

Vincent Ramos, un imprenditore canadese nel settore della sicurezza informatica, è stato arrestato e condannato nel 2018 dall'FBI a nove anni di carcere per aver favorito il narcotraffico tramite la fornitura di telefoni criptati a organizzazioni criminali. Questi dispositivi, come narrato su Presa Diretta, sono stati progettati per essere sicuri da infiltrazioni, sono diventati uno strumento essenziale per il crimine organizzato a livello globale, dalle mafie alle triadi cinesi e ai cartelli sudamericani.

In risposta, l'FBI e la polizia australiana hanno lanciato l'operazione Trojan Shield Ironside, creando il proprio criptotelefono, Enom, che hanno distribuito ai criminali. Enom è stato inizialmente diffuso dal criminale serbo Maximilian Rifkin, specializzato nel traffico di droga e riciclaggio, che inconsapevolmente ha aiutato l'FBI a infiltrarsi nelle reti criminali.

L'uso di Enom è esploso a livello globale, venendo adottato in 90 paesi. L'FBI poteva così monitorare in tempo reale le comunicazioni dei criminali, tra cui foto di grandi partite di cocaina, discussioni sui prezzi e informazioni sui funzionari corrotti. Le comunicazioni mostravano anche scene di violenza e dettagli della vita quotidiana dei criminali, convinti che il dispositivo li rendesse immuni da intercettazioni.


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Le polizie europee si accorgono che, oltre ad Enom, i trafficanti di droga stavano utilizzando un nuovo criptotelefonino: EncroChat.

La lotta ai criptotelefonini ha dovuto affrontare il problema delle diverse legislazioni nazionali. Per superare questi ostacoli, è intervenuto Eurojust, l'organismo dell'Unione Europea che facilita la cooperazione internazionale tra magistrati, favorendo lo scambio di informazioni e la risoluzione di problemi normativi tra paesi come Francia, Olanda e Belgio.

Il 13 giugno 2020, EncroChat si accorse che le autorità avevano violato il suo sistema e avvertì i suoi utenti. Tuttavia, era ormai troppo tardi. Nel luglio 2020, la polizia olandese ha scoperto una camera di tortura in un container vicino a Roosendaal, arredata con manette, una sedia inchiodata e pannelli insonorizzanti.

Nei giorni successivi, le autorità hanno arrestato oltre 100 persone, sequestrato 8.000 kg di cocaina e smantellato 19 laboratori per la produzione di metanfetamine. Hanno inoltre confiscato dozzine di armi da fuoco, orologi di lusso e più di 20 milioni di euro in contanti. Parallelamente, in Inghilterra sono stati arrestati 746 sospettati e sequestrati 77 armi da fuoco, incluse pistole e un fucile AK-47, oltre a migliaia di munizioni e 54 milioni di sterline.

Guarda la puntata: raiplay.it

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