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Le autorità tedesche parlano di 933 presunti membri della criminalità organizzata italiana, quella calabrese è al primo posto

Il ministero degli Interni tedesco ha reso noto che quasi mille membri della criminalità organizzata italiana risiedono stabilmente in Germania. Il dato, riportato dalla Rete editoriale tedesca (Rnd), è emerso in risposta a una richiesta del gruppo politico dei Verdi. “Nell'ambito di un'indagine congiunta tra l'Ufficio federale di polizia criminale e le autorità penali statali - si legge in una nota del ministero - lo scorso anno sono stati identificati complessivamente 933 presunti membri della criminalità organizzata italiana residenti in Germania”. Nello specifico, i 933 presunti membri appartengono a diverse organizzazioni mafiose italiane. Di questi, la maggior parte, ovvero 503 individui, risulta affiliata alla ‘Ndrangheta, mentre 116 sarebbero legati a Cosa Nostra e 111 alla Camorra; i restanti appartengono ad altri gruppi criminali italiani meno noti o di minore entità. Sebbene il numero complessivo sia diminuito leggermente rispetto al 2022, le autorità tedesche hanno sottolineato che questo calo non rappresenta necessariamente una tendenza stabile, poiché la criminalità organizzata italiana è “mobile sia in Germania che a livello internazionale”. Di conseguenza, “non si può presumere che la diminuzione parziale indichi una tendenza consolidata”. Marcel Emmerich, presidente del gruppo parlamentare dei Verdi, ha dichiarato: “Ci sono quasi 1.000 mafiosi che vivono nel nostro Paese, e desta grande preoccupazione il fatto che sempre più di loro rimangono fuori dal radar delle autorità di sicurezza. L’elevato numero di casi non denunciati non deve essere sottovalutato. L’influenza violenta e minacciosa sulla società, sull’economia e sulla politica rappresenta una minaccia strisciante allo Stato di diritto e alla democrazia”.


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Petra Reski: “La presenza della ‘Ndrangheta in Germania è nota, ma non c'è mai stata una reazione politica”

Sulla presenza della mafia italiana in Germania, in particolare della ‘Ndrangheta, si era già espressa la giornalista e scrittrice tedesca Petra Reski. Alcuni mesi fa, ai microfoni di ANTIMAFIADuemila, aveva dichiarato: “Il problema è questo: in Germania non esistono ancora leggi antimafia, né c'è la volontà di crearle. Lo Stato tedesco sembra accettare che il denaro venga riciclato nel paese. Questa è la realtà. Si parla di 5.000 mafiosi, ma ovviamente non tutti dichiarano ufficialmente la loro residenza qui. Quindi i numeri sono anche falsati. Trovo ridicolo e scandaloso che, ancora oggi, non ci sia una reale volontà politica”. Sembra dunque che la criminalità organizzata italiana in Germania sia un fenomeno noto da tempo, ma ciò che manca è la volontà politica di intervenire. Reski ha ricordato come, già nel 2008, avesse scritto della mafia in Germania senza però suscitare reazioni significative. Secondo la giornalista, la mafia ha avuto un ruolo importante nella ricostruzione della Germania del dopoguerra e continua a investire enormi quantità di denaro, con oltre 100 miliardi di euro riciclati ogni anno, soprattutto nel settore immobiliare. Infatti, come evidenziato da altre indagini condotte da autorità straniere, anche il settore immobiliare sembra essere al centro degli interessi finanziari delle mafie italiane. Recentemente, un’operazione antimafia condotta dalla Guardia di Finanza di Palermo, in collaborazione con la polizia federale brasiliana, ha scoperto investimenti della mafia siciliana in Svizzera e Brasile, soprattutto nel settore immobiliare di lusso. Tornando alla Germania, Petra Reski ha anche menzionato i casi di giornalisti che, dopo aver trattato il tema della mafia nel paese, sono stati condannati e hanno perso cause legali, un segnale che potrebbe indicare il livello di mancanza di trasparenza e informazione per i cittadini tedeschi sul fenomeno mafioso.


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Giuseppe Lombardo


Il pm Lombardo: “‘Ndrangheta ben radicata in Germania”

Nonostante i ripetuti avvertimenti da parte delle autorità italiane, la risposta tedesca è sempre stata insufficiente. Un esempio è certamente rappresentato dal procuratore Giuseppe Lombardo, che nel 2017 parlò dell’infiltrazione della ‘Ndrangheta nel sistema economico e politico tedesco, attraverso traffici illeciti come il narcotraffico, il riciclaggio di denaro e la corruzione in vari settori chiave. “L’organizzazione criminale - spiegava Lombardo nel 2017 - ha sempre avuto una ‘componente dialogante’, che non si presenta in modo tipicamente mafioso, ma che si mimetizza e interagisce nei settori strategici di rilevanza nazionale ed estera, con particolare predilezione per quelli politici, istituzionali, professionali, finanziari, imprenditoriali e sanitari”. Il commento del procuratore Lombardo chiarisce come la criminalità organizzata italiana sia riuscita a estendere le proprie radici all’estero, Germania inclusa, non solo con metodi violenti, ma anche tramite operazioni economiche sofisticate che possono destabilizzare l’economia e la democrazia di interi paesi.

Foto © Imagoeconomica

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