Una compagine amministrativa controllata dalla cosca di 'Ndrangheta Tallarico, operativa e dominante nel territorio di Casabona (Crotone). Questo si evince dall'inchiesta della Dda di Catanzaro che ha portato, nella mattina di oggi, all'arresto del sindaco di Casabona, Francesco Seminario, e dell'assessore Anselmo De Giacomo. Ai due è contestata l'accusa di concorso esterno in associazione di tipo mafioso e voto di scambio politico-mafioso. Accuse per le quali Seminario è finito in carcere mentre De Giacomo ai domiciliari. Dieci le misure cautelari eseguite dai carabinieri del Comando provinciale di Crotone.
Nell'inchiesta risultano indagati, ma non destinatari di misura cautelare, anche il vicesindaco Leonardo Melfi e il consigliere Vincenzo Poerio. Secondo gli inquirenti, Seminario, per ottenere i voti necessari alla sua elezione, nell'ottobre del 2021 si sarebbe messo a disposizione della cosca Tallarico. Dopo l'elezione, la compagine amministrativa avrebbe fatto i voleri del clan Tallarico. Il dato più significativo rimane il "patto scellerato" tra politica e 'Ndrangheta.
In conferenza stampa nella Procura di Catanzaro, il procuratore capo facente funzioni Vincenzo Capomolla e i vertici dell'Arma di Crotone hanno spiegato che "l'operazione ha rivelato l'esistenza di una nuova 'ndrina, quella dei Tallarico, e la sua capacità di esercitare un controllo egemonico del territorio di Casabona in tutte le sue articolazioni, anche quelle istituzionali, con il condizionamento delle elezioni amministrative del 2021", le prime dopo lo scioglimento del Comune di Casabona, avvenuto in seguito a una precedente maxioperazione, "Stige", del 2018. "Questa nuova indagine - ha commentato il procuratore Capomolla - ha accertato dinamiche operative di questa cosca, strutturata su base familiare, una cosca che aveva contatti molto stretti con esponenti istituzionali del Comune, a partire dal sindaco, per il quale è stata disposta la misura della custodia cautelare in carcere e di un assessore, per il quale sono stati disposti i domiciliari. Un rapporto stretto, nonostante il Comune uscisse da un periodo di commissariamento".
Un rapporto stretto che si consumava - hanno aggiunto gli investigatori - "prima con il sostegno al futuro sindaco e alla sua squadra in campagna elettorale, con la promessa di benefit, e poi, in una seconda fase, con il rispetto degli accordi da parte degli amministratori collusi. L'appiattimento dei rappresentanti istituzionali del Comune di Casabona ai voleri della cosca - ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Crotone, Raffaele Giovinazzo - è stato da noi riscontrato, in particolare, nella determinazione nel favorire gli appartenenti al sodalizio Tallarico, con la consapevolezza di rafforzare la struttura economica e militare della cosca. Abbiamo registrato un accordo, un 'pactum sceleris', un patto scellerato stipulato dal sindaco per ottenere i voti necessari per essere eletto, e non a caso sarà eletto con il 62%. Poi - ha proseguito Giovinazzo - abbiamo riscontrato diversi incontri successivi alle elezioni e quindi i vari benefit ottenuti dalla cosca. Ne possiamo citare diversi: l'insediamento di un'impresa legata alla cosca in un'area produttiva, nonostante la convenzione per quell'area fosse scaduta per decisione della commissione straordinaria del Comune; l'assunzione della moglie di un affiliato ai tempi del Covid, nonostante fosse sprovvista di Green Pass; l'assegnazione a un affiliato di una casa popolare, nonostante non fosse in graduatoria; lo sfruttamento delle risorse idriche a un'azienda legata alla cosca senza il pagamento dell'acqua e senza i controlli degli organi deputati, addirittura con alcuni tecnici delle società di gestione dell'idrico che 'suggerivano' all'azienda come fare un allaccio abusivo e come motivarlo, spiegando che serviva per l'antincendio".
Il comandante del reparto operativo dei carabinieri di Crotone, Angelo Pisciotta, ha spiegato che "uno dei componenti della famiglia è stato condannato a 20 anni di reclusione per associazione mafiosa nell'ambito dell'operazione Stige, come appartenente alla cosca Farao Marincola". Ma che la 'ndrina avesse acquisito un proprio ruolo, ha aggiunto Giovinazzo, è venuto dal "riconoscimento del 'crimine' di Cirò, confermato da incontri e summit che abbiamo documentato, a cui partecipavano insieme le principali cosche dei vicini territori di Rocca di Neto, Petilia Policastro, Cirò, Cirò Marina e della frazione Papanice di Crotone. Incontri finalizzati alla gestione delle attività illecite". "Una 'ndrina - ha detto Capomolla - organizzata su base familiare che gestiva tutte le attività illecite nel territorio di Casabona e che aveva contatti molto stretti con il sindaco Francesco Seminario e l'assessore Anselmo De Giacomo. Un rapporto finalizzato, in cambio di voti alle elezioni successive allo scioglimento dell'Ente, a favorire l'attività imprenditoriale edile riconducibile alla cosca stessa, anche con vantaggi per l'indebito godimento di beni pubblici e di aree destinate a piano per insediamenti industriali, con ditte che non avrebbero potuto partecipare perché interdette e ad ottenere assunzioni in enti comunali".