Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

L’ex broker della droga racconta dettagli inediti e diventa il nuovo “Buscetta” della criminalità organizzata calabrese

'Ndrangheta e traffico di droga internazionale: sono senza precedenti le dichiarazioni che il collaboratore di giustizia ed ex broker della criminalità organizzata calabrese, Vincenzo Pasquino, sta fornendo ai pm durante i suoi incontri, iniziati il 7 maggio 2023. Un contributo di tale portata da poter essere paragonato a quello di Tommaso Buscetta, il noto pentito di Cosa Nostra che, negli anni '80, ha fornito dichiarazioni cruciali per le indagini sulla mafia siciliana. La testimonianza di Pasquino, iniziata all'interno del carcere di Rebibbia a Roma, include l'ammissione del suo coinvolgimento in diversi carichi di cocaina. Ha iniziato a rivelare dettagli sul traffico di droga dal Sudamerica all'Europa. “Compravamo un chilo a 2 mila dollari, che diventavano 3500 euro per pagare ‘la salita’ verso l’Italia attraverso i porti europei”, racconta Pasquino descrivendo le dinamiche che incidono sui prezzi della droga durante il trasporto. Le sue dichiarazioni si fanno sempre più interessanti man mano che descrive dettagliatamente le spedizioni di droga avvenute tra il 2018 e il 2022. Elenca 27 spedizioni - ha riportato il quotidiano “La Stampa” - dal 2018 al 2022. La media dell’invio 90 kg, “ma con alcuni non ci si muoveva per meno di una tonnellata”. Inoltre, Pasquino ha rivelato i nomi dei veri cartelli della droga con cui ha lavorato in qualità di broker della ‘Ndrangheta in Sudamerica. In particolare, Pasquino ha descritto i suoi legami con il Primeiro Comando da Capital (PCC) e il Comando Vermelho (CV), due delle più potenti organizzazioni criminali brasiliane. Queste organizzazioni controllano ampie aree del Brasile e svolgono un ruolo significativo nel traffico di droga, in particolare verso l’Europa. Questo aspetto è confermato anche da alcune intercettazioni telefoniche: “Io ho in mano Brasile ed Ecuador”, ha detto Pasquino durante una conversazione telefonica con un suo collaboratore, ignaro di essere intercettato. Pasquino ha dichiarato di far parte della ‘Ndrangheta dal 2011 e di essere, dal 2017, il responsabile in Brasile della logistica per l'invio di droga in Europa. Ha inoltre spiegato che, una volta arrivato in Sudamerica, ha stabilito la sua base nel quartiere di Tatuapé a San Paolo, un'area in cui i leader del PCC possiedono numerose proprietà di lusso, soprannominata dai magistrati locali “Little Italy”.


Le indagini prima dell’arresto

I Carabinieri del nucleo investigativo di Torino - ha spiegato il quotidiano “La Stampa” - sono riusciti a rintracciare Vincenzo Pasquino in Sudamerica nel 2021, poco dopo l'arresto di altri due importanti broker della cocaina, Nicola e Patrick Assisi. Durante l'indagine, complessa e articolata, sono state intercettate diverse chat su piattaforme come Sky ecc, localizzati telefoni criptati e monitorati spostamenti ritenuti sospetti. Nonostante i numerosi tentativi di eludere i controlli con spostamenti complicati e ben pianificati, i Carabinieri sono infine riusciti a scovare Pasquino. Secondo uno dei principali quotidiani brasiliani, “O Globo”, Pasquino avrebbe “rivelato almeno tre nomi in codice utilizzati nelle conversazioni con membri delle fazioni criminali brasiliane”. Gli inquirenti ritengono che l'importanza delle sue rivelazioni risieda nella possibilità di decifrare conversazioni criptate, nelle quali Pasquino ha fatto i nomi delle organizzazioni criminali con cui ha collaborato per conto della ‘Ndrangheta. Tra queste, appunto, ci sono anche i vertici del PCC, attivi soprattutto a San Paolo e nelle aree della Triple Frontera (Paraguay, Argentina, Colombia e Uruguay) e il Comando Vermelho (CV), nata come network di prigionieri e oppositori della dittatura militare. Tra le sue rivelazioni, Pasquino ha raccontato di come nel 2017, partendo dall'aeroporto di Zurigo, sia arrivato in Brasile dove è stato accolto da collaboratori locali che lo hanno portato in elicottero a Playa Grande. Ha descritto diverse spedizioni di cocaina, come i 200 kg spediti dal porto di Bolivar e altri 75 kg da Paranaguà verso il porto di Anversa. I proventi venivano trasferiti in Brasile attraverso una rete di “doleiro” (intermediari) di origine cinese e araba, dopo essere stati trasportati in Italia tramite camion dalla Calabria. Pasquino ha parlato anche delle spedizioni fallite, come quella di  325 kg di cocaina nascosti in stock di pellet e un container da 170 kg destinato al Belgio. Oppure, il carico da 500 Kg partito da Itapoá e diretto a Gioia Tauro. I contatti per spedire cocaina in Australia via Singapore e un successivo carico di 75 kg ad Anversa nascosto nella legna. Infine, ha descritto una spedizione di 100 kg di cocaina nascosta in un container di banane, partita dal porto di Bolivar e transitata per la Colombia o Panama. I panetti di cocaina erano contrassegnati con le scritte “Tarn” o “Tem” su fondo bianco: informazioni preziose che stanno contribuendo in maniera significativa a portare alla luce le complessità delle reti del traffico di droga gestite dalla 'Ndrangheta su scala internazionale.


Il periodo di detenzione in Brasile

Arrestato nel maggio 2021 insieme a Rocco Morabito, il noto superboss della ‘Ndrangheta soprannominato il “Re della cocaina”, Vincenzo Pasquino è stato detenuto per quasi due anni nel Penitenziario Federale di Brasilia prima di essere estradato in Italia. Durante la sua reclusione in una struttura di massima sicurezza, Pasquino ha partecipato a corsi, letto libri e - come ha riportato il quotidiano “O Globo” - ha seguito un corso di Diritto Costituzionale nel tentativo di ottenere una riduzione della pena. Tuttavia, Pasquino è stato anche punito per cattiva condotta, a causa del ritrovamento di corde nella sua cella e delle minacce rivolte agli agenti penitenziari, in cui - scrive “O Globo” - aveva dichiarato di voler “uccidere tutti” durante un'uscita nel cortile. Comportamenti che gli sono costati l’isolamento e un periodo di 12 mesi per riabilitarsi dalla cattiva condotta.

ARTICOLI CORRELATI

Li Gotti: ''Parte dello Stato è tuttora compromesso con la mafia'' - SECONDA PARTE

Li Gotti: ''Contro i collaboratori di giustizia in corso un attacco'' - PRIMA PARTE
Intervista di Giorgio Bongiovanni

'Ndrangheta: estradato dal Brasile Vincenzo Pasquino

Giuseppe Lombardo: ''La 'Ndrangheta è il principale player mondiale del narcotraffico''
di Giorgio Bongiovanni e Karim El Sadi

Op. 'Eureka': 'Ndrangheta muove tonnellate di cocaina e dirige ingenti quantità di denaro

Estradato il super boss Rocco Morabito, uno dei massimi broker di 'Ndrangheta

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos