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Al Trame Festival 13 il procuratore di Napoli e il professore per parlare dell’evoluzione delle mafie

Le mafie italiane, comprese la ‘Ndrangheta, la Camorra e Cosa nostra, non sono entità statiche. Al contrario, stanno attraversando una fase ditrasformazione che le rende sempre più difficili da combattere. La loro capacità di adattarsi ai cambiamenti tecnologici e di infiltrarsi nell'economia legale rappresenta una sfida continua per le forze dell'ordine e la società civile. Ed è proprio questo il cuore degli argomenti dibattuti ieri sera da Nicola Gratteri e Antonio Nicaso ospiti di Trame Festival 13 a Lamezia Terme. Rispondendo alle domande di Giovanna Vitale - giornalista di La Repubblica - il procuratore capo di Napoli, che per anni ha prestato servizio a Catanzaro, e il professore Nicaso hanno analizzato queste nuove dinamiche mafiose commentando anche le lacunose strategie di contrasto da parte del Governo. “La camorra, la prima mafia nata in Italia, presenta oggi una struttura complessa e diversificata - ha spiegato Gratteri -. Ma non si limita alla violenza di strada. Esiste una Camorra potente nell'economia e nell'imprenditoria, che sfrutta il dark web per le sue attività illegali. Questa criminalità organizzata si è evoluta per includere operazioni sofisticate, come il riciclaggio di denaro attraverso attività commerciali e l'acquisto di grandi quantità di droga senza muoversi dalla propria base operativa”. Il percorso evolutivo ha interessato anche la ‘Ndrangheta che oltre al pizzo - mai abbandonato perché raffigura la presenza criminale nel territorio - ha sposato da tempo i Bitcoin. “La ‘Ndrangheta mostra una gamma di attività che vanno dalle richieste estorsive ai commercianti locali fino al controllo di grandi traffici internazionali di droga - ha continuato il procuratore -. La sua capacità di acquistare e gestire attività commerciali nei centri nevralgici come Milano è un esempio di come questa organizzazione sia in grado di mescolare affari legali e illegali, creando reti di relazioni che includono politici, professionisti e criminali”.


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Il Procuratore della Repubblica di Napoli Nicola Gratteri


La ’Ndrangheta si sta dimostrando “particolarmente abile nell'utilizzare le tecnologie moderne per i suoi scopi. Attraverso il dark web e con l'aiuto di hacker e ingegneri informatici, riesce a comprare e vendere droga, oro, e persino a commissionare omicidi. La capacità di estrarre criptovalute come i Bitcoin è un'ulteriore prova del salto di qualità fatto da queste organizzazioni criminali. Non è raro trovare piccoli paesi calabresi che ospitano attività di ‘mining’ di criptovalute (processo attraverso il quale nuovi Bitcoin vengono messi in circolazione, ndr) su scala maggiore rispetto alle grandi città come Roma o Milano”. Secondo il professore Antonio Nicaso, tutto questo rientra in un “processo di ibridazione che incarna la tradizione e l'innovazione”. “La tradizione è legata a dei valori, a un'identità, a un passato che è imprescindibile perché verrebbe meno il senso di appartenenza, il senso di identità - ha spiegato -. Però è chiaro che si esplora le nuove tecnologie, si esplora lo spazio digitale che diventa una sorta di estensione del territorio fisico”. È importante, ha aggiunto, “non considerare i mafiosi tutti allo stesso modo”. Infatti, “l’intervento di oggi del ministro della Giustizia Carlo Nordio mi sembra inopportuno, perché è vero quello che dice che ci sono sistemi che consentono appunto di comunicare usando la crittografia, quindi sistemi che dopo aver scoperto e incrociato Sky-CC non riusciamo ancora ad individuare. Ma è anche vero che Matteo Messina Denaro lo hanno arrestato grazie ad un'intercettazione telefonica”. “Le mafie non sono monoliti - ha spiegato Nicaso -, ci sono vari mafiosi, vari clan. E ci sono ovviamente delle mafie che anche all'estero utilizzano le criptovalute, pagano le partite di droga con criptovalute”.


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Il Professore Universitario esprerto di criminalità organizzata Antonio Nicaso


In questo momento, ha aggiunto, “ci sono organizzazioni criminali che acquistano dai grossisti cinesi la xilazina che la pagano da 6 a 20 dollari e poi la rivendono con margini impressionanti. Utilizzano per esempio i catinoni sintetici che riproducono gli effetti della cocaina, i fentanyl che sono arrivati anche in Italia, sono ovviamente opportunità che molte organizzazioni criminali stanno cogliendo assieme ad un mondo che cambia”. Quelli che un tempo venivano definiti “facilitatori” - ovvero “figure professionali come gli avvocati, i commercialisti, i politici, i uomini delle istituzioni” - in questa evoluzione delle mafie  “alcuni clan, quelli molto che sono entrati nel cuore dell'innovazione tecnologica, non possono fare a meno dei pirati informatici, non possono fare a meno degli hacker, non possono fare a meno dei drug designers, quelli che riescono a modificare la struttura molecolare di una sostanza chimica per poterla importare in modo lecito fin quando quella stessa sostanza non viene sequestrata, analizzata ed inserita nella tabella delle sostanze proibite”. Sono queste le figure moderne dei “facilitatori”. Entrambi gli ospiti nel corso della serata hanno più volte esplicitato che si tratta di “un mondo in evoluzione che richiede nuovi saperi, richiede nuovi protocolli di indagine”, che non va visto con pregiudizio. “Non dobbiamo pensare che le mafie siano quelle che noi abbiamo sempre conosciuto. Le mafie hanno questa capacità di adattarsi alle nuove situazioni, il metamorfismo mafioso è sempre stata una caratteristica delle organizzazioni criminali e purtroppo continuerà ad esserlo”.

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