Sono 47 in totale le condanne emesse dal Tribunale collegiale di Lamezia Terme (competente giudiziariamente per il territorio dell'Angitola ricadente in provincia di Vibo) nel processo contro il clan Anello di Filadelfia nato dall'operazione antimafia della Dda di Catanzaro denominata Imponimento.
Pene alte - 30 e 24 anni di reclusione - sono state inflitte al boss di Filadelfia Tommaso Anello ed al figlio Rocco, mentre a 3 anni (a fronte dei 21 chiesti dalla Dda) è stato condannato Giovanni Anello, ex assessore del Comune di Polia, ed a 15 anni l'imprenditore di Vibo Antonio Facciolo. L'imprenditore Vincenzo Cutrullà di Pizzo è stato invece condannato a 16 anni, mentre l'imprenditore Pasquale Scordo di Tropea (ex consigliere comunale) è stato condannato a 3 anni. A 3 anni è stato condannato Franco Pontieri, appuntato della Guardia di Finanza, mentre a 7 anni e 4 mesi è stato condannato Filippo Ruggiero, ex sindaco di San Gregorio d'Ippona, ed a 3 anni Francesco Crigna, ex vicesindaco di Parghelia. Le assoluzioni sono 18, mentre 8 sono le posizioni per le quali i giudici hanno dichiarato il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione (l'ex consigliere comunale di Capistrano Bruno Cortese, Francesco Cortese, nipote del primo, Antonio Attisani del '71, Domenico Malta, Pasquale Mazzotta, Mario Serratore e Oreste Vona). Un capo di imputazione (estorsione e illecita concorrenza con minaccia) è stato dichiarato prescritto anche per i fratelli Francescantonio e Emanuele Stillitani (assolti dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa a fronte di una richiesta di condanna a 21 anni di reclusione).
Tra le assoluzioni "eccellenti" anche quella nei confronti di Rosario Pugliese, alias Cassarola", indicato come uno dei boss di Vibo Valentia e che nel processo Rinascita Scott è stato invece condannato a 28 anni di reclusione. L'operazione Imponimento era scattata nel luglio del 2020 ad opera della Guardia di finanza e dei carabinieri, con il coordinamento della Dda di Catanzaro permettendo di ricostruire gli affari (dagli appalti nei boschi al controllo dei villaggi turistici) e le dinamiche mafiose del clan Anello di Filadelfia ma anche dei clan Bonavota di Sant'Onofrio, Cracolici di Maierato e Filogaso, Tripodi di Porosalvo e Lo Bianco-Barba-Pugliese di Vibo Valentia. Diversi i Comini che si erano costituiti parti civili nel processo, oltre alla Presidenza del Consiglio dei ministri, alla Regione Calabria, alla Provincia di Vibo e al Ministero dell'Interno.
Fonte: Agi
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