Giuseppe Graviano (in foto) può leggere libri sulla mafia perché non rappresenta un pericolo per lo Stato. Lo sostiene la Suprema Corte nelle motivazioni con cui a dicembre la Cassazione ha annullato l’ordinanza con cui il Tribunale di Reggio Calabria a luglio aveva bloccato tre libri sulla mafia acquistati dal boss di Brancaccio per il tramite dell’impresa interna al carcere di Terni dove è detenuto al 41 bis. Si tratta, in particolare, di volumi che facevano parte della collana “Storia della criminalità organizzata” pubblicata nel 2023 in allegato alla Gazzetta dello Sport. Come ha riportato il Fatto Quotidiano, secondo la Cassazione “considerato che i libri sono stati acquistati all’interno dell’istituto” dove Graviano è recluso, “il provvedimento impugnato non ha spiegato (se non in modo apodittico) le concrete e specifiche ragioni per le quali, dall’utilizzo di essi, deriverebbe un concreto pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica”.
Viene accolto così il ricorso dell’avvocato Vincenzo Dascola, secondo cui il blocco dei libri sarebbe avvenuto “in palese violazione di legge”. La Suprema Corte ha voluto ribadire che “la norma non deve imporre limitazioni che appaiano inutili rispetto allo scopo del regime detentivo speciale”.
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Giuseppe Graviano può leggere libri sulla mafia. Cassazione: ''Nessun rischio per lo Stato''
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