Sette persone (dei quali 4 in carcere, 2 ai domiciliari e un obbligo di dimora), accusate di mafia nell'agrigentino, sono state arrestate dai carabinieri del comando provinciale della città dei Templi. I militari, supportati dai loro colleghi di Caltanissetta e Reggio Calabria, nonché dallo squadrone eliportato Cacciatori di Sicilia e dal nucleo elicotteri di Palermo, hanno eseguito le misure cautelari disposte dal gip di Palermo su richiesta della Dda. Fra gli arrestati vi sarebbero i vertici delle famiglie di Lucca Sicula e Burgio. Sono ancora in corso numerose perquisizioni locali e personali. Delle indagini, che hanno portato alla retata di oggi, si sono occupati i carabinieri del nucleo Investigativo di Agrigento.
L'attività ha consentito di evidenziare la piena operatività dell'associazione, documentando numerose riunioni finalizzate ad acquisire in modo diretto e indiretto la gestione e il controllo di attività economiche, appalti e servizi pubblici, per realizzare profitti e vantaggi ingiusti, intervenendo sulle amministrazioni locali. In particolare, nel corso delle riunioni, Salvatore Imbornone (arrestato) di 64 anni a Lucca Sicula, ritenuto dagli inquirenti il reggente del mandamento mafioso di Lucca Sicula e Ribera, avrebbe impartito agli altri indagati direttive per realizzare: 'acquisizione della gestione o comunque del controllo delle attività economiche imprenditoriali e degli appalti pubblici; il rafforzamento del prestigio e delle capacità criminali della cosca attraverso il consolidamento dei rapporti con esponenti di altre provincie mafiose, in particolare con esponenti di rilievo di Cosa nostra di Palermo competenti, per ragioni di territorio, a intervenire per la risoluzione di una controversia che interessava Giovanni Derelitto (ai domiciliari) di 74 anni di Burgio, ritenuto, sempre dagli investigatori, essere a capo della locale famiglia mafiosa.
Per quanto attiene al controllo sulle dinamiche imprenditoriali relative agli appalti pubblici, è stata documentata la presunta ingerenza della consorteria mafiosa in merito principalmente al completamento della rete fognaria di Ribera affidata, riportano gli investigatori, ad una ditta di Favara con il coinvolgimento di Francesco Caramazza (arrestato), 51 anni di Favara e ritenuto essere un presunto esponente della locale famiglia mafiosa. Sono state, inoltre, ricostruite degli inquirenti le ingerenze anche in merito ai lavori di manutenzione della SP 32, ai lavori urgenti sulla strada di collegamento Bivio Imperatore - Ponte Pedano e ai lavori lungo il tratto stradale della SP 47, localizzati nei territori di Villafranca Sicula, Ribera, Lucca Sicula e Burgio.
Fonte: Italpress
Agrigento: sette arresti tra i vertici delle famiglie di Lucca Sicula e Burgio
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