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Resta sotto osservazione medica il boss che ai magistrati ha detto: “Non mi pento, mi avete preso grazie alla mia malattia

Le condizioni di salute sono in miglioramento, ma il boss stragista Matteo Messina Denaro deve restare ancora nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Salvatore dell'Aquila. Ricoverato l’8 agosto scorso in seguito ad un peggioramento delle sue condizioni di salute, l’ex superlatitante di Cosa nostra è stato operato d’urgenza per una occlusione intestinale.  Poco prima che Messina Denaro venisse trasferito dal carcere del capoluogo abruzzese, uno dei suoi legali, l’avvocato Alessandro Cerella, intervistato da Adnkronos, ha spiegato che il suo assistito ha un tumore al colon in stadio avanzato e, “con la difficoltà che ha nel reggersi in piedi, non può stare dentro una cella al 41 bis”. Rispetto all'intervento chirurgico, eseguito lo stesso giorno in cui sono state depositate le settanta pagine relative all’interrogatorio di Messina Denaro con il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e l'aggiunto Paolo Guido, il boss ha reagito molto bene. Lo ha ricordato anche il garante dei detenuti in Abruzzo, Gianmarco Cifaldi, il quale, subito dopo l’intervento, ha precisato che Messina Denaro è stato ricoverato in terapia intensiva, ma “solo per prassi”. “La degenza in ospedale - ha proseguito Cifaldi - dipende dalla combinazione tra il consulto sanitario e gli approfondimenti del Dap, che deve valutare le azioni per garantire la sicurezza interna ed esterna. Tutte le azioni vanno a garantire i diritti costituzionali sia per il boss sia per tutte le persone libere”. Ad oggi, le condizioni di salute dell’ex superlatitante di Castelvetrano, rinchiuso in regime di 41 bis dal 17 gennaio scorso, necessitano ancora del ricovero ospedaliero. Ma nei prossimi giorni - ha reso noto “Sky Tg24” - Denaro potrebbe essere trasferito nel reparto per detenuti dello stesso ospedale aquilano oppure nell'infermeria del carcere. Durante l’interrogatorio del 13 febbraio scorso, l’ex latitante ha tirato in ballo proprio le sue condizioni di salute come unica ragione in grado di spiegare il suo arresto. “Non voglio fare il superuomo e nemmeno l’arrogante - ha detto - ma voi mi avete preso per la mia malattia”. Precisando di essere inamovibile rispetto a qualsiasi possibilità di pentimento, durante il suo colloquio con i magistrati, il boss ha negato qualsiasi rapporto con uomini delle istituzioni: “Durante la latitanza, non ho mai avuto rapporti con appartenenti alle istituzioni, completamente”. Solo con l’arrivo della malattia, l’ex superlatitante ha deciso di “farsi albero nella foresta”, mimetizzandosi tra la gente, nonostante il rischio di essere catturato. “Era giusto che io andassi in carcere, se mi prendevate. E ci siamo arrivati”. Poi, Messina Denaro, 61 anni, originario di Castelvetrano, noto anche come "U Siccu". L'unico individuo che, secondo Totò Riina, avrebbe avuto il potenziale “per fare qualcosa”, dal momento che Riina stesso lo aveva istruito; salvo deluderlo tempo dopo per aver scelto un approccio più imprenditoriale e meno stragista. Lui, Matteo Messina Denaro, durante il colloquio con i magistrati, ha negato di far parte di Cosa nostra. “Non sono uomo d'onore. Io mi sento uomo d'onore - ha detto - ma non come mafioso. Cosa nostra la conosco dai giornali”. E ancora: “Magari ci facevo affari e non sapevo che era Cosa nostra”. Ciò nonostante, il boss della mafia con più passato che futuro davanti a sé per la sua bassa aspettativa di vita cagionata da un tumore al quarto stadio, ha voluto ribadire: “Con l'omicidio del bambino io non c'entro”. Infatti, per l’ex superlatitante, il responsabile della morte del piccolo Giuseppe Di Matteo è Giovanni Brusca. Ad ogni modo, poche settimane fa, Ansa ha reso noto che i legali di Messina Denaro hanno annunciato l’intenzione di presentare una istanza di scarcerazione per l'aggravarsi delle condizioni di salute.

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