Nonostante i suoi 85 anni e una detenzione che dura da 30 anni, il superboss di Catania ha mantenuto alta la sua leadership
Il boss catanese Nitto Santapaola, l’uomo che da semplice venditore ambulante è riuscito a scalare i vertici della mafia, nonostante i suoi 85 anni è stato ritenuto ancora socialmente pericoloso. La sua lunga detenzione iniziata 30 anni fa non avrebbe pregiudicato la sua capacità di comando e di leader, infatti, nel caso in cui dovesse uscire dal carcere dovrebbe essere sottoposto a sorveglianza speciale. Il procedimento sulle misure di prevenzione patrimoniali e personali a carico di Santapaola e altri, è stato chiesto dal pm Fabio Regolo, il quale ha parlato per circa un’ora davanti alla Corte presieduta da Maria Pia Urso. Inoltre, dalla stessa Corte potrebbero arrivare altre decisioni che riguarderebbero il sequestro di beni che, secondo la Dda (Direzione Distrettuale Antimafia), sarebbero collegati al clan Santapaola-Ercolano, un patrimonio che ammonta a oltre sette milioni di euro: un tesoro accumulato nel corso degli anni grazie alle attività illecite del clan. Presenti in aula, oltre al pm Regolo, anche il superboss Santapaola collegato in videoconferenza e il suo difensore, l’avvocato Carmelo Calì. La Procura di Catania ha chiesto invece di non applicare nessuna misura per Mario Palermo, dal momento che è stato raggiunto da un’accusa minore e non costituisce un pericolo sociale. Palermo - ha fatto sapere “LiveSicilia” - è un farmacista di Catania, difeso dagli avvocati Calogero Licata e Pietro Nicola Granata. E’ stato indicato come uno dei detentori del tesoro del clan, anche se ha sempre sostenuto di non aver mai conosciuto il boss Santapaola e di non aver avuto mai nessun tipo di rapporto con lui. Infine, il pm ha chiesto la confisca di tutti i beni sequestrati tranne un bar. Il locale commerciale, infatti, dovrebbe appartenere ad altre persone che secondo gli inquirenti potrebbero essere vicini al clan.
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