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"Nonostante quanto emerso da fonti stampa sulle cause naturali della dipartita del collaboratore di giustizia Armando Palmeri, ancora nessun esito è stato depositato alla Procura di Palermo sugli esiti del tossicologico, come già ribadito anche dal consulente di parte della famiglia Palmeri, Manfredi Rubino". Lo scrive in una nota l'avvocato Alessandra Delrio, legale dei familiari di Palmeri.
Anche i figli del collaboratore si sono espressi scrivendo: "Ci chiediamo se tutto ciò faccia parte della lunga serie di tentativi di depistaggio che hanno accompagnato nostro padre per più di trent'anni".
Il factotum del capomafia di Alcamo Vincenzo Milazzo (ammazzato per vendetta dai corleonesi nel luglio del 1992), era stato trovato morto nel pomeriggio del 17 marzo 2023 nella sua abitazione di Partinico.
Da tempo, infatti, era tornato in Sicilia in quanto non era più inserito in un programma di protezione.
Le sue dichiarazioni erano state prese in seria considerazione in tutte le indagini che riguardavano la stagione delle stragi, ed in particolare sulla ricerca dei cosiddetti mandanti esterni.
"Nei mesi precedenti la scomparsa di Vincenzo Milazzo, da gennaio 1992 a qualche settimana prima del suo omicidio, lo stesso si incontrò per tre volte con dei soggetti appartenenti ai servizi segreti che dovevano mettere in atto una destabilizzazione dello Stato. Si parlava di bombe, di una guerra batteriologica" aveva dichiarato quando era stato sentito dalla Corte d'Assise d'Appello di Palermo nel processo d'Appello sulla trattativa Stato-Mafia. Parole che erano state ripetute a Caltanissetta (processo Capaci bis e quello per le stragi del '92 contro Matteo Messina Denaro) e Reggio Calabria (processo 'Ndrangheta stragista).
Lo scorso anno, intervistato da Report, Palmeri raccontò anche dei suoi rapporti con Antonino Gioè, ex boss di Altofonte morto in circostanze misteriose nel carcere di Rebibbia la notte tra il 28 e il 29 luglio del 1993 (venne ritrovato impiccato con i lacci delle scarpe nella cella in cui trascorreva la detenzione).
Un soggetto che, secondo un'informativa dei carabinieri, non era solo un mafioso, ma un uomo di destra, ex paracadutista, nonché soggetto adatto ad operazioni riservate.
"A volte lo accompagnai ad incontri particolari con uomini delle istituzioni - ha detto Palmeri intervistato da Paolo Mondani - Se parlammo di Capaci? Mi disse ufficiosamente che a 'Giovannieddu (Brusca, ndr) ci paria che era iddu a farlo esplodere'. Mi diceva che il dispositivo per lanciare l'impulso era un giocattolo e che era in sinergia con altra gente. Cosa mi sta dicendo? Era un'operazione militare perfetta".
Inoltre Gioé gli avrebbe riferito anche di un traffico di materiale radioattivo e dell'arrivo di elicotteri con materiale fissile nucleare che sarebbe stato scaricato proprio nel territorio di Alcamo. Addirittura ha affermato di aver visto queste casse.
Ed alla domanda se questo traffico serviva anche a finanziare le stragi il pentito ha preferito non rispondere in quanto vi sarebbero delle indagini in corso. La risposta, probabilmente, è rimasta nel verbale secretato dell'interrogatorio di Palmeri.

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