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A Palermo per la memoria presente anche la segretaria Schlein. Ma i discorsi devono essere accompagnati dai fatti

“La Torre non era uomo da limitarsi ai discorsi e alle analisi, era un uomo che faceva sul serio, per questo lo hanno ucciso”. Con queste parole Enrico Berlinguer commentò l'uccisione del segretario regionale del Pci, Pio La Torre, e del suo autista, Rosario Di Salvo, uccisi dalla mafia il 30 aprile di 41 anni fa. 
Parole che oggi sono state "citate" dalla segretaria nazionale del Pd Elly Schlein che per la prima volta è voluta essere presente, a Palermo, per la commemorazione che si è svolta in via Li Muli, luogo dell'agguato. Una commemorazione molto partecipata che ha visto tra gli altri la presenza del presidente della commissione Antimafia dell'Ars, Antonello Cracolici, dell'assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo, ma anche del procuratore di Palermo Maurizio De Lucia, della Procuratrice generale Lia Sava, del Presidente della Corte d'Appello Matteo Frasca e dell'ex Presidente del Tribunale Antonio Balsamo. 
A lungo, accompagnata dai vertici del Pd regionale e provinciale, la Schlein si è soffermata a parlare con il figlio di La Torre, Franco, il quale ha voluto ribadire la necessità di "combattere il sistema di potere che si annida nelle istituzioni e che ha bisogno di uno scatto di orgoglio da parte di chi ha la responsabilità e il compito di dirigere questo paese". 


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A chiesto "coerenza" il figlio di Pio, non solo il 30 aprile, per andare oltre alle "brillanti operazioni" o alla "consegna alle patrie galere criminali sanguinari".
Parole importanti in un giorno dove incoerenze se ne sono viste diverse.
La presenza del sindaco di Palermo Roberto Lagalla e della parlamentare nazionale, nonché vicesindaco di Palermo, Carolina Varchi (Fdi) è sicuramente un "atto dovuto" sul piano istituzionale, ma stona quotidianamente se si ricorda il sostegno ricevuto in campagna elettorale da Marcello Dell'Utri e Totò Cuffaro, i due condannati per mafia (il primo per concorso esterno in associazione mafiosa, il secondo per favoreggiamento).
Due figure da cui l'ex magnifico rettore non ha mai preso le distanze. 
Niente di più ovvio nel momento che nella "sua" maggioranza c'è sia la Nuova Dc che quella Forza Italia, fondata da un uomo che, come già accertato dalla corte di Cassazione che lo ha condannato per concorso esterno, è stato il trait d’union tra l’imprenditore Silvio Berlusconi e le cosche siciliane alle quali arrivavano grosse somme di denaro.


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Franco La Torre, figlio del segretario regionale del Pci


Le parole giuste
Di parole, nel corso della cerimonia ne sono state dette tante. Si è parlato molto di legalità di riscatto per il lavoro. Ed è stato ricordato l'impegno di Pio La Torre. 
"C'è una caduta di tensione nella lotta alla Mafia - ha detto proprio la Schlein nel suo intervento - Sbagliato indebolire il codice degli appalti e alzare il tetto all'uso del contante. Oggi bisogna anche contrastare il lavoro povero e le imprese". E poi ancora: "Le semplificazioni che parlano di una Mafia sconfitta, soprattutto dopo l'arresto di Matteo Messina Denaro, non ci convincono. Oggi non dobbiamo ricordare Pio La Torre e Rosario Di Salvo per come sono morti ma per come hanno vissuto: nelle loro vite c'è il senso dell'impegno. L'esistenza di Pio La Torre fu caratterizzata da una grande capacità di comprensione del fenomeno mafioso, con la sua preziosa intuizione di una legge sulla confisca dei beni a Cosa nostra che, però, vide la luce soltanto dopo la sua morte. La vita di Pio La Torre nel suo impegno politico e sindacale è stata caratterizzata anche da una capacità di  visione del fenomeno mafioso avanti anni rispetto al contesto in cui il segretario del Pc operava. La Torre ci ha insegnato l'importanza di colpire la mafia sui profitti e sui suoi patrimoni". "L'intuizione di Pio La Torre è stata quella di capire quanto fosse fondamentale colpire le mafie sui loro patrimoni e sui loro profitti - ha proseguito - oggi, se riportiamo quella intuizione all'attualità, con gli investimenti importanti del Pnrr in arrivo, bisogna innalzare i presidi di legalità e trasparenza anziché abbassarli alzando la soglia del contante e introducendo il subappalto a cascata che rende ancora più difficoltosi i controlli sulla legalità e sul contrasto al caporalato. La mafia ha come fine l'illecito arricchimento ed è per questo che dobbiamo tenere accesi i riflettori su una norma come quella relativa ai beni confiscati, che è all'avanguardia ancora oggi". 


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La segretaria del PD, Elly Schlein


Nel suo discorso ha anche evidenziato come contro le mafie è importante fare di più anche in Europa "perché le mafie fanno già affari con disinvoltura attraverso ogni confine europeo e infiltrano le economie di altri Stati membri e se noi non avanziamo strumenti di lotta transnazionale più efficaci rischiamo di rimanere un passo indietro rispetto alle mafie. Anche in Italia l'applicazione della legge La Torre ha avuto negli ultimi anni una più blanda applicazione. Ricordare La Torre significa anche assegnare quella metà di beni confiscati all'utilizzo sociale". Il riutilizzo di questo patrimonio, secondo la segretaria del Pd, "deve essere una priorità dei governi nazionale e regionale siciliano".

Commissione antimafia mancante
La Schlein ha anche evidenziato il coraggio che La Torre ebbe con la relazione di minoranza della Commissione Parlamentare antimafia del 1976, dove si mettevano nero su bianco i rapporti mafia e politica: "Considero una vergogna, che dopo mesi il Parlamento non abbia attivato la commissione nazionale antimafia. E' uno strumento indispensabile di studio che con anni di anticipo, come dimostra l'esperienza di La Torre, fu capace id mettere in fila le trasformazioni in atto nella struttura mafiosa e di fare un duro atto di accusa della commistione tra mafia e politica. Il Pd deve riscoprire questa capacità di studio, di osservazione e di azione". Parole che si spera possano trovare concretezza. Senza incoerenze. 


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Sì, è stato ricordata la battaglia fatta da La Torre contro l'installazione dei missili a Comiso, ma quell'esempio, ad oggi, non si traduce in fatti concreti da parte di un partito che, appiattito sulla direzione Nato, dice "Sì" all'invio di armi in Ucraina, anziché parlare di Pace e chiedere lo stop del conflitto. 
Argomenti, quest'ultimi, che i giovani ragazzi di Our Voice hanno voluto ricordare alla Segretaria, con dei cartelloni alzati in segno di protesta. Purtroppo, a differenza di Enrico Letta, che ugualmente lo scorso anno ricevette la medesima "accoglienza", ha preferito non confrontarsi con i giovani. 
Un'occasione persa, indubbiamente.

Foto © Paolo Bassani

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