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Chiusura di 'Non è l'Arena’: magistrati potrebbero sentire l’editore Urbano Cairo

I magistrati di Firenze, riporta il 'Domani' hanno svolto degli accertamenti e "attività tecniche", intercettazioni, su Salvatore Baiardo, l'ex gelataio di Omegna, diventato famoso per aver 'profetizzato' la cattura di Matteo Messina Denaro durante un’intervista rilasciata a Massimo Giletti, già conduttore di 'Non è l'Arena'.
Gli investigatori fiorentini avrebbero inoltre ascoltato Baiardo quattro volte e alcuni suoi racconti risulterebbero fondati e riscontrati: "Il Baiardo televisivo è diverso da quello che si reca in procura" scrive il ‘Domani’ citando un investigatore anonimo.
I magistrati antimafia di Firenze hanno intercettato Baiardo almeno fino al 2021. Il Domani riporta che l'ex gelataio di Omegna, è stato utilizzato già nel 2011 "per far giungere un messaggio all'esterno del carcere a Silvio Berlusconi", a nome di altri due stragisti, i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano.
"Graviano riferiva di aver utilizzato un soggetto prestanome per creare una copertura su tale immobile mentre, quando si recava agli incontri, necessari per mantenere i patti, si faceva accompagnare da Salvatore Baiardo", ha scritto la direzione investigativa antimafia. “La novità è che, ora sappiamo, Baiardo avrebbe confermato a verbale di aver accompagnato il boss agli incontri, presunti, con Berlusconi. Per l’entourage del Cavaliere si tratta solo di falsità, messe in giro per colpirlo", si legge sul quotidiano.
Tra i colloqui intercettati in carcere c’è una conversazione che "rileva l’intenzione di poter far giungere un messaggio all’esterno del carcere a Silvio Berlusconi, nella circostanza definito 'B', e così era accaduto nel 2011 quando, a tale scopo, aveva utilizzato Salvatore Baiardo", ha scritto Francesco Nannucci, capo centro della Direzione investigativa antimafia.
Oltre a questo, sempre secondo il quotidiano diretto da Emiliano Fittipaldi, la procura di Firenze potrebbe decidere di sentire come testimone Urbano Cairo, l’editore di La7 e del Corriere della Sera, in quanto persona informata sui fatti, dopo che i pubblici ministeri hanno già ascoltato Massimo Giletti.
Al momento La7 smentisce categoricamente una convocazione ufficiale.


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L'ex Premier Silvio Berlusconi © Imagoeconomica


Sul tavolo vi sono due eventi legati al periodo recente: la notizia dell'esistenza una ipotetica fotografia che dovrebbe ritrarre l'ex premier Silvio Berlusconi con il boss stragista Giuseppe Graviano e l'ex generale dell'Arma Francesco Delfino e la chiusura del programma 'Non è l'Arena' diretto da Giletti.
Oltre a questo vi sarebbe anche un documento definito eccezionale "alla luce delle nuove risultanze sulle mancate attenzioni istituzionali sulla figura di Baiardo".
Il documento è un’informativa della Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria che finì agli atti del processo ‘Ndrangheta stragista, da poco terminato in secondo grado con la conferma integrale delle condanne per gli imputati.
In seguito all’informativa inviata dal commissario Michelangelo Di Stefano, dal vice questore Beniamino Fazio e dal capo centro Teodosio Marmo al procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo furono sviluppati alcuni accertamenti partendo dalla figura di Salvatore Baiardo.
“Da vecchi fascicoli non indicizzati delle tante attività della Dia è stata rinvenuta un’informativa del Centro Operativo di Firenze, indirizzata al compianto dottor Chelazzi, avente ad oggetto stragi di Firenze, Roma e Milano e riguardante l’analisi dei movimenti di Giuseppe e Filippo Graviano”, scrivevano gli inquirenti. Non solo. Si definisce l'informativa di Messina, risalente al 26 febbraio del 1997, “di portata eccezionale, alla luce delle nuove risultanze sulle mancate attenzioni istituzionali sulla figura di Baiardo e che, con il senno del dopo, conferisce alle dichiarazioni confidenziali di questi - che il dr. Messina, nella recente deposizione, ha ritenuto doveroso non cautelare ex art. 203 cpp - comprovata attendibilità e riscontro, atteso che dall’analisi dei metadati del telefono cellulare del Baiardo è stato possibile ricostruire i movimenti dei fratelli Graviano nell’anno 1993, così confermando entità e consistenza dei rapporti con il gelataio di Omegna”.
È dunque emerso che nell’estate del 1993 i fratelli Graviano erano in vacanza in Sardegna “a un tiro di schioppo” dalla villa dell’ex Premier Silvio Berlusconi.
Rispetto alla latitanza in Nord Italia, ha ricordato in aula sempre Di Stefano che in quella stessa zona del lago d’Orta vivevano proprio i fratelli Graviano, accompagnati da Salvatore Baiardo, Balduccio Di Maggio, e il generale Francesco Delfino, proprio l’uomo che arresterà lo stesso Di Maggio e che fu implicato negli anni al centro di indagini di primo piano e qualche volta anche come indagato ma sempre prosciolto.

Fonte: editorialedomani.it

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