Matteo Messina Denaro, quando era latitante, era determinato a non morire a causa del tumore. Almeno sarebbe stata questa la propria intenzione. "Non morirò di tumore, appena non ce la faccio più mi ucciderò a casa e mi troverai tu. Ti dirò quando arriverà il momento" scriveva alla sorella Rosetta arrestata nei giorni scorsi.
Il boss era ormai cosciente della gravità delle sue condizioni e si affrettava a lasciare le sue disposizioni per l'ultima sfida: morire in maniera volontaria, da latitante, così come era morto il padre, Francesco Messina Denaro, ucciso però da un infarto.
Come se volesse chiudere da "eroe". La notizia è stata riportata oggi da il quotidiano La Repubblica. La sorella era indicata come l'esecutore testamentario e aveva quindi il compito di fare scomparire le tracce dei tanti segreti ingombranti del boss.
Alcune tracce sono state rivelate dai pizzini trovati in casa di Rosetta Messina Denaro e quelli custoditi dal fratello. Le indagini condotte dal procuratore Maurizio de Lucia e dall'aggiunto Paolo Guido continuano però a cercare altri punti d'appoggio e appartamenti di cui Messina Denaro aveva o aveva avuto la disponibilità.
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