Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Dunque, ieri in un incontro alla facoltà di giurisprudenza, la docente di Procedura penale dell'Università di Palermo, Daniela Chinnici, ha sostenuto che: "Il maxiprocesso è stato un obbrobrio, perché il processo deve essere il più possibile modellato sulla persona.
Deve accertare la responsabilità del singolo e non fare vendetta?".
Purtroppo sono ignorante e sono andato a leggere che significa il sostantivo obbrobrio: Causa di disonore, di vergogna; motivo di biasimo.
DISONORE, VERGOGNA.
Io penso, invece, con tutto il rispetto delle opinioni altrui, che è un OBBROBRIO fare certe affermazioni senza avere vissuto quel periodo e senza conoscere l'onestà intellettuale e l'etica di quei giudici, dire che è stata offensiva è poco. Forse non sa perché è nato il maxiprocesso e quanto è stato importante a livello mondiale.
Quella sera del 16.12.87, quando è stata emessa la sentenza io ero nella stanza del Giudice Falcone ed era esattamente così come in questa foto, quando mi comunicò che c'erano state condanne importanti, e posso assicurare che non era un sorriso di vendetta, era la soddisfazione che anni di lavoro, sacrifici, morti, solitudine, attacchi, pressioni, aveva prodotto un risultato: non potevamo più dire che la mafia era frutto della fantasia dei giudici, benché nel 1983 ci furono già state le prime condanne per associazione mafiosa, col noto processo Spatola.
Forse abbiamo dimenticato cosa succedeva in Sicilia: mille morti ammazzati in tre anni, gente sciolta nell'acido, gente incaprettata, gente decapitata. Uccisione di onesti rappresentanti dello Stato, politici, giornalisti, medici.
Era una guerra, e il maxiprocesso era l'unica arma che avevano per le mani alcuni coraggiosi magistrati.
La professoressa dice anche che "nei processi ai mafiosi devono esserci le stesse garanzie e gli stessi diritti dei processi ai ladri di auto".
E perché a quei mafiosi gli sono stati negati? Oppure è stato negato loro il diritto alla difesa? Se non ricordo male, ci sono state anche 114 assoluzioni, questo sta a significare che la posizione di ogni singolo imputato è stata attentamente valutata attraverso riscontri. In più, ricordo a tanti che in fase istruttoria, è stata messa a disposizione dei difensori la copia integrale di tutti gli atti processuali, ripeto tutti.
E non per caso seguito dai cronisti di tutto il mondo e, aperto, per massima trasparenza alle telecamere della tv di Stato.
Per non portarla alle lunghe: io, invece, trovo un OBBROBRIO che per sedersi nel salotto di Michele Greco, il papa della mafia, i notabili di Palermo facevano a gara.
È un OBBROBRIO che un collega del Consigliere Chinnici gli chiedeva di non fare indagini bancarie, e poi fu dilaniato da un'auto bomba.
È un OBBROBRIO che il procuratore Costa, per avere firmato da solo degli ordini di cattura è stato ucciso come un cane.
È un OBBROBRIO, che a presiedere la Corte D'Assise sia stato un giudice coraggioso che fino a quel momento si occupava di civile.
È un OBBROBRIO, che al tanto decantato diritto di difesa dei mafiosi, non si dica lo stesso per i familiari delle vittime, e visto che parliamo del maxiprocesso, si informi della vicenda di Michela Buscemi e Vita Rugnetta, che per essersi costituite parte civile contro gli assassini dei loro familiari, oltre a subire l’isolamento del loro ambiente, non mafioso ma succube della mafia, vennero isolate proprio da una parte di quella società civile che avrebbe dovuto, al contrario, sostenere il loro impegno.
È stato un OBBROBRIO la sentenza di Catanzaro, processo incentrato sulla prima guerra di mafia, del 22 Dicembre 1968, e quella di Bari del 10 Giugno 1969. Tutti assolti.
È stato un OBBROBRIO la condanna al manicomio criminale di Leonardo Vitale, sotto processo per le sue dichiarazioni insieme allo zio e altri 27 membri della cosca, che però a differenza di Vitale, vennero tutti assolti per insufficienza di prove.
È stato un OBBROBRIO il titolo e il contenuto della lettera che la signora Patrizia Santoro scrisse al Giornale di Sicilia il 14 aprile 1985: "Per chi suona la sirena delle scorte".
Altresì, è stato un OBBROBRIO che il reato di associazione mafiosa, 416 bis, venne introdotto soltanto nel 1982, ossia grazie alla legge 13 settembre 1982, n. 646 (detta "Rognoni-La Torre" e solo dopo l'uccisione di quest'ultimo e del generale dalla Chiesa.
Potrei continuare all'infinito, ma concludo con delle riflessioni del giudice Falcone, era un vendicativo? Lasci giudicare i suoi studenti:
“Nei momenti di malinconia mi lascio andare a pensare al destino degli uomini d’onore: perché mai degli uomini come gli altri, alcuni dotati di autentiche qualità intellettuali, sono costretti a inventarsi un’attività criminale per sopravvivere con dignitià?”.
"Conoscere i mafiosi ha influito profondamente sul mio modo di rapportarmi con gli altri e anche sulle mie convinzioni. Ho imparato a riconoscere l'umanità anche nell'essere apparentemente peggiore; ad avere un rispetto reale, e non solo formale, per le altrui opinioni. Ho imparato che ogni atteggiamento di compromesso - il tradimento, o la semplice fuga in avanti - provoca un sentimento di colpa, un turbamento dell'anima, una sgradevole sensazione di smarrimento e di disagio con se stessi. L'imperativo categorico dei mafiosi, di «dire la verità», è diventato un principio cardine della mia etica personale, almeno riguardo ai rapporti veramente importanti della vita". 

Tratto da: facebook.com/giovanni.paparcuri

Foto © Deb Photo

ARTICOLI CORRELATI

La borghesia mafiosa dove sia nessun lo sa. Palermo ne sa forse qualcosa?

di Saverio Lodato

Di Matteo: ''Dalla riforma Cartabia a Nordio, una spallata al sistema Costituzionale''

Una prof di Legge accusa: ''Maxiprocessi, obbrobrio''. È scontro con Di Matteo

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos