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Luana Ilardo: “Un libro straordinario che racconta dello schifo che continuiamo a portarci dietro”

Si tratta di un libro che racconta sia delle persone che hanno dato la caccia a Matteo Messina Denaro, sia di quelli che avrebbero dovuto catturarlo e non lo hanno fatto”. Queste le parole che il giornalista e videomaker Marco Bova, ha pronunciato durante la presentazione del suo ultimo libro “Matteo Messina Denaro, latitante di Stato” presso la sede municipale di Palazzo Vermexio, a Siracusa.

“La latitanza di Messina Denaro è un affare istituzionale dove gli unici contributi di verità e di patrimonio conoscitivo non riguardano le dinamiche e la storia di Cosa nostra - ha proseguito Bova -, riguardano semmai gli uomini di uno Stato deviato che hanno partecipato alla stagione stragista, i cui nomi, non sono ancora noti agli investigatori. Una latitanza scandalosa che oggi, dopo 30 anni, non ha fatto arrossire gli uomini delle istituzioni”.

Ha partecipato al dibattito anche Barbara Lezzi, già Ministro per il Sud durante il governo Conte. In merito alla cattura di Messina Denaro, Lezzi, ha sottolineato: “Forse il nostro Paese non è ancora pronto per conoscere le verità che Matteo Messina Denaro potrebbe raccontare; informazioni che potrebbero compromettere gli ‘equilibri’ che determinano l’andamento attuale del nostro Paese. Potrebbe essere interessante anche analizzare l’evoluzione della mafia e constatare che oggi la mafia non ammazza più - ha continuato Lezzi -. Ora la mafia si interessa di corruzione e appalti pubblici. Uno degli ultimi rapporti della Guardia di Finanza ha restituito dati spaventosi: in quattro anni sono stati sottratti 34 miliardi di soldi pubblici; considerate che il reddito di cittadinanza costa circa 8 miliardi l’anno”.

Durante la presentazione del libro “Matteo Messina Denaro, latitante di Stato”, Luana Ilardo, figlia del collaboratore di giustizia Luigi Ilardo ucciso il 10 maggio del ‘96, ha parlato di un testo “capace di raccontare un sistema colluso e corrotto, talvolta fatto di complotti oltre che da pasticci e soggetti pseudo-istituzionali che hanno fatto accordi con la mafia. Un libro che descrive, attraverso i documenti raccolti in tantissimi anni da Marco Bova, di latitanze che vengono continuamente protette. Altra cosa che ho trovato molto interessante all’interno del libro - ha precisato Luana Ilardo - è il collegamento dell’arresto di Matteo Messina Denaro con Antonio D’Alì (ex senatore di Forza Italia condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, ndr). Sono convinta che l’arresto di D’Alì sia in qualche modo collegato all’arresto di Messina Denaro avvenuto solo pochi mesi dopo. Un libro che merita i miei complimenti - ha concluso Ilardo - perché racconta di uno schifo che continuiamo a portarci dietro”.

Ha concluso il dibattito il Presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra. “Questo è un mondo che gira al contrario, un mondo dove se commetti degli errori fai anche carriera. Un mondo dove, a volte, non ci si può fidare nemmeno delle sentenze della magistratura. Le mafie sono realtà economiche - ha proseguito Morra -, io stesso ho chiesto ai miei ex ‘colleghi di viaggio’ durante l’esperienza parlamentare che ho appena concluso di cambiare i codici economici, peccato non sia stato fatto niente. Difatti - ha precisato Morra -, la pena cui va incontro il beneficiario di un'intestazione fittizia è una semplice sanzione; questo non dovrebbe accadere all’interno di uno Stato serio".

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