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E' Andrea Geraci, fratello di Francesco, gioielliere che custodì l'oro di Totò Riina, amico d'infanzia e complice di Matteo Messina Denaro poi diventato collaboratore di giustizia, l'uomo che il capomafia di Castelvetrano indica con lo pseudonimo di "Malato" in diversi pizzini sequestrati dai carabinieri. Un patteggiamento per intestazione fittizia di beni e un accenno di collaborazione con la giustizia, Andrea Geraci, come emerge dalle indagini, non ha mai reciso i suoi legami con il boss catturato dopo 30 anni di latitanza. Nonostante il tradimento del fratello pentito, che ha rivelato ai magistrati molti segreti del capomafia, Geraci sarebbe dunque rimasto tra i fedelissimi del boss. In uno dei biglietti venuti fuori dall'asse da stiro nella casa di Castelvetrano della sorella del padrino, Rosalia Messina Denaro, "oltre al saldo provvisorio della cassa e alle solite uscite (ben 12400 euro mensili) - scrive il gip che ha arrestato la donna - vengono annotate anche alcune entrate pari a 2500 euro in una occasione e 4000 in un'altra. Denaro consegnatole da un soggetto il cui nome in codice era Malato". Uno dei tanti nickname usati dal boss e dalla sorella (che nei messaggi si chiamava Fragolone), "identificato dagli investigatori appunto in Andrea Geraci", precisa il giudice.

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