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È una cosa abbastanza anomala”. A parlare è Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, che, raggiunto dai microfoni di affaritaliani.it, commenta il ritorno in servizio del generale di brigata dei Carabinieri Giovanni Arcangioli dalla pensione (riserva) nonostante i gravi sospetti sulla strage di via d’Amelio riguardanti l’Agenda Rossa. Si tratta del soggetto immortalato nell’atto di allontanarsi dal luogo della strage negli istanti successivi all’esplosione dell’autobomba in via d’Amelio. Recandosi verso via dell’Autonomia Siciliana venne filmato con in mano la borsa del magistrato Paolo Borsellino. Un fotogramma che lo ritrae con la valigetta di Borsellino è stato scattato tra le 17,20 e le 17,30 di quel tragico 19 luglio venne scoperto nel 2005 quando il nostro vicedirettore, Lorenzo Baldo, segnalò alla Dia l'esistenza della foto. Fu aperta un'inchiesta e Arcangioli venne indagato per il furto dell'agenda rossa (prosciolto definitivamente il 17 febbraio 2009) e per falsa testimonianza ai pm (decreto di archiviazione emesso il 26 aprile 2012). “Ho letto le giustificazioni dell’Arma, dice che altrimenti dovrebbero spendere soldi... insomma che lui costava di meno all’Arma – ha detto Salvatore Borsellino -. È una giustificazione assurda perché Arcangioli sì è stato processato e assolto in via preliminare, non c’è stato neanche un dibattito e neanche dopo ci sono stati approfondimenti, ma in più di una sentenza è stato censurato per il suo comportamento… sui 'non ricordo' del perché avesse preso quella borsa”. Nonostante le assoluzioni di Arcangioli “sarebbe stato di buon gusto da parte dell'Arma evitare… con tanti carabinieri a riposo che hanno” ha sottolineato Borsellino, il quale ha definito questa decisione come “una cosa assolutamente di cattivo gusto”. “Per carità non ci sarà nessuna cosa che la ostacoli, nessuna legge, nessuna condanna eccetera ma è una cosa di cattivo gusto in ogni caso visto quello che pende... – ha detto - In ogni caso è un giudizio morale sulla sua figura e in ogni caso avendo rinunciato alla prescrizione Arcangioli potrebbe essere sempre riprocessato, si potrebbe riaprire il processo sull'Agenda rossa. Io mi auspico che primo o poi avvenga, visto che lo stesso processo ‘Borsellino quater’ aveva criticato le indagini che erano state svolte con il coordinamento della procura, e aveva raccomandato l’apertura di altre indagini. Purtroppo, anche se è stato fatto io non ne ho notizie. In ogni caso il processo non è stato riaperto”. Quella di Salvatore Borsellino non è affatto una inesattezza, anzi. Come aveva precisato il suo legale, l’avv. Fabio Repici, durante la sua arringa finale nel processo di primo grado del Borsellino Quater "il capitano Arcangioli ha rinunciato alla prescrizione per quel reato. Egli è stato prosciolto con sentenza definitiva nel modo in cui possono diventare definitive e sentenze ex articolo 425 rinunciando alla prescrizione quindi quella sentenza può essere revocata. Ai sensi dell'articolo 436". Ciò lascia comunque la possibilità che vi possa essere un giorno una revoca di quella sentenza di proscioglimento. Salvatore Borsellino accusa stanchezza, si è detto affranto e ha poca fiducia nella giustizia. D'altronde sono trascorsi trent’anni da quel terribile ’92 e ancora oggi molte verità non vengono alla luce. “Forse passando gli anni può darsi che certe verità vengano fuori ma non so se saranno verità giudiziarie, verità storiche o verità di altro tipo – ha aggiunto -. Se mi sentisse mio fratello si incazzerebbe molto, ma si incazzava anche quando eravamo ragazzi perché io da sempre ho avuto una vena anarchica, non come quella degli anarchici di cui si parla in questi giorni ovviamente”.

Foto © Imagoeconomica

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di Giorgio Bongiovanni

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