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Questa mattina, nel luogo dove venne sequestrato 52 anni addietro, è stata celebrata la memoria del giornalista de L'Ora Mauro De Mauro. Da tempo la sua scomparsa può essere considerata come uno dei grandi misteri italiani: il processo, che si è celebrato dopo 41 anni, si è concluso con l'assoluzione dell'unico imputato, il boss corleonese Totò Riina, e ha dovuto fare i conti con un'opera di sistematico depistaggio cominciata, hanno scritto i giudici, sin dalla fase iniziale dell'inchiesta avviata immediatamente dopo il rapimento, avvenuto il 16 settembre 1970.
Ci sono stati testimoni che hanno raccontato come De Mauro si vantasse di essere quasi pronto a pubblicare un grande scoop, ma non è mai stato chiarito con certezza il tema del lavoro. 
E' un fatto noto che al tempo fosse impegnato, per incarico del regista Francesco Rosi, nella ricostruzione degli ultimi due giorni trascorsi in Sicilia dal presidente dell'Eni, Enrico Mattei, morto sull'aereo esploso vicino a Pavia il 27 ottobre 1962. 
L’altra pista, altrettanto accreditata, ma anch’essa senza esito, voleva dimostrare che il giornalista avrebbe potuto svelare che il principe Junio Valerio Borhese preparava segretamente un colpo di stato, quello che in effetti egli tentò tre mesi dopo.
Oggi in viale delle Magnolie c'erano il prefetto Giuseppe Forlani, il questore Leopoldo Laricchia, i vertici dei carabinieri e della Guardia di finanza, giornalisti, l'assessore comunale Giuliano Forzinetti in rappresentanza del sindaco Roberto Lagalla. C'era, come ogni anno, anche Franca De Mauro. Intravide per l'ultima volta il padre mentre parcheggiava l'auto sotto casa ma attese invano che la raggiungesse. E' stata lei a ricordare il padre, il suo impegno professionale, i valori di un lavoro nel quale si riconoscono i giornalisti siciliani. Franca De Mauro è intervenuta dopo i giornalisti Leone Zingales e Giulio Francese, figlio di uno degli otto cronisti siciliani uccisi, che hanno promosso la cerimonia. 

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