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Mattarella ricorda la sua “fermezza nel respingere pressioni mafiose sulla sua attività di medico legale"

È stato commemorato oggi il quarantesimo anniversario dell'assassinio del primario di medicina legale Paolo Giaccone, davanti al cippo che ne onora la memoria nel luogo dell'uccisione. Giaccone ha pagato la sua scelta di non piegarsi alla mafia per ritoccare una perizia. Giaccone era un luminare della medicina legale e di ematologia forense. Venne ucciso l'11 agosto del 1982. Presente alla cerimonia la figlia Milly Giaccone, il rettore dell'Università di Palermo Massimo Midiri, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il commissario dell'azienda Policlinico Alessandro Caltagirone, i vertici delle forze dell'ordine e tanti medici e personale sanitario.

"Quaranta anni fa, nei viali del Policlinico di Palermo - oggi a lui intitolato - veniva assassinato dalla mafia il Professor Paolo Giaccone. La sua fermezza nel respingere pressioni mafiose sulla sua attività di medico legale, in coerenza con lo stile di grande correttezza della sua vita, fa avvertire il dovere di esprimere nei suoi confronti riconoscenza e ammirazione e di rinnovare solidarieta' ai suoi familiari". Così ha scritto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "La sua figura esemplare - da indicare come modello ai giovani professionisti - rientra nel novero di quanti hanno testimoniato, a costo di qualsiasi rischio, la dignita' personale e quella della societa' di fronte alla protervia della prepotenza mafiosa; e la Repubblica lo ricorda costantemente", conclude.

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