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Individuata rete di imprenditori a disposizione del clan. Fra gli arrestati anche percettori del reddito di cittadinanza

E’ stato inferto un duro colpo al mandamento palermitano di Santa Maria di Gesù-Villagrazia. I carabinieri del Ros, insieme ai militari del Comando provinciale di Palermo, del Nucleo Cinofili e del Nucleo Elicotteri, hanno dato esecuzione a 24 misure cautelari - di cui 21 in carcere e tre ai domiciliari - per i reati di associazione mafiosa, estorsione, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, rapina e trasferimento fraudolento di valori. Il provvedimento è stato emesso dal gip su richiesta della Dda. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Dario Scaletta e Luisa Bettiol. Dall’attività investigativa è emerso, tra le altre cose, che un gruppo di imprenditori palermitani, attivi nel settore della distribuzione alimentare e dei giochi e scommesse, avrebbe messo a disposizione del mandamento mafioso di Santa Maria di Gesù-Villagrazia, le proprie attività imprenditoriali. Gli imprenditori avrebbero così contribuito "alla realizzazione del programma criminoso, favorendo l'organizzazione nella commissione di delitti contro l'incolumità individuale, la libertà personale ed il patrimonio". A due di loro è stata notificata la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività di commercio. Inoltre è stata individuata una "struttura parallela" che nel quartiere della Guadagna, a Palermo, gestiva il traffico e lo spaccio di stupefacenti. Le indagini hanno permesso di raccogliere "gravi indizi" su numerosi episodi di spaccio, nonché su "una fitta rete di relazioni e comunicazioni dirette anche ad evitare il controllo da parte delle Forze di Polizia". Il gruppo avrebbe anche gestito una piantagione di marijuana sequestrata dai Carabinieri il 4 ottobre 2019 a Riesi, nel nisseno. Inoltre si è scoperto che diversi nuclei familiari dei soggetti arrestati questa mattina nell'operazione "Navel" dei Ros erano percettori del reddito di cittadinanza. Il "sostentamento" dei sodali in carcere e delle loro famiglie rimane uno dei compiti principali degli uomini d'onore di Cosa nostra. Diversi reati, come estorsioni e spaccio di droga, sarebbero utilizzati per raccogliere il denaro necessario al mantenimento degli affiliati in carcere. Durante le indagini sono stati raccolti "gravi indizi" su alcuni reati quali il progetto di un'attività estorsiva ai danni di un'impresa edile impegnata in lavori nel territorio di Santa Maria di Gesù ma con sede a Villagrazia, "vicenda - sottolineano gli investigatori - che ha messo in evidenza i legami tra gli uomini d'onore delle due articolazioni territoriali mafiose"; l'imposizione di una fornitura di bevande ai titolari di una sala ricevimenti; una rapina ai danni di un rappresentante di orologi; e un 'cavallo di ritorno' per la restituzione di un'auto rubata al congiunto di un soggetto ritenuto appartenente alla famiglia mafiosa di Palermo Centro.
Infine, altro particolare che gli investigatori hanno evidenziato è l'organizzazione di una festa rionale rientrata negli interessi del mandamento palermitano di Santa Maria di Gesù-Villagrazia. Secondo quanto emerso dalle indagini, Cosa nostra avrebbe allungato le mani sulle fasi "organizzative, gestionali e esecutive" della festa, finalizzandole "alla ricerca del consenso". In questo contesto sarebbe anche stato richiesto denaro ai commercianti, destinato solo in parte a coprire le spese. Gli affiliati si sarebbero occupati degli aspetti logistici e della sicurezza urbana, dalle chiusure delle strade alla somministrazione di alcolici. Sarebbero, inoltre, stati avviati contatti con un noto cantante neomelodico per concordare la sua partecipazione alla manifestazione, poi sfumata a causa della mancata autorizzazione da parte della questura di Palermo.

Gli indagati
Questi gli indagati nell'operazione antimafia a Santa Maria di Gesù dei carabinieri del Ros: in carcere sono stati portati i palermitani Giovanni Adelfio, 58 anni, Mario Adelfio, 65 anni, Salvatore Adelfio, 30 anni, Dario Algeri, 28 anni, Salvatore Binario, 39 anni, Mariano Calascibetta, 46 anni, Gioacchino Cardella, 53 anni, Salvatore Freschi, 46 anni, Giovanni La Mattina, 33 anni, Angelo Lombardo, 43 anni, Gaetano Lombardo, 41 anni, Massimo Mancino, 45 anni, Salvatore Profeta, 22 anni, Girolamo Rao, 49 anni, Rosario Rizzuto, 64 anni, Ignazio Traina, 61 anni, Antonio Viviano, 51 anni, Sandro Capizzi, 41 anni, detenuto, Francesco Guercio, 43 anni detenuto. Ai domiciliari Samuele Immesi, 23 anni, Antonino Lucera, 45 anni, Monica Meli, 37 anni. Due sono ricercati.

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