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Antonino Trentuno 27 anni, elemento di spicco del gruppo di "San Cocimo" della famiglia Santapaola-Ercolano, è stato arrestato a Vibo Valentia dai carabinieri di Catania.
Trentuno è stato arrestato a Vibo Valentia dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catania e la locale Squadra Mobile, su delega della procura distrettuale catanese, eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia etnea con l’accusa di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti nell'ambito dell'operazione 'Quadrilatero', eseguita il 20 settembre 2021 dai Carabinieri della Compagnia di Catania Fontanarossa. La cattura è avvenuta dopo diversi mesi di attività investigative del Reparto Operativo di Catania che, anche grazie allo scambio informativo con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, hanno consentito di localizzarne la presenza tra l'Albania e la Grecia, nonché di monitorarne il rientro in Italia e, più precisamente, in Sicilia.

L'uomo che si nascondeva tra l'Albania e la Grecia è stato bloccato tra gli svincoli di Pizzo e S. Onofrio in provincia di Vibo Valenzia lungo l'autostrada Salerno Reggio Calabria. L'indagine Quadrilatero, in particolare, aveva consentito di disarticolare i gruppi criminali che gestivano 3 fiorenti piazze di spaccio di sostanze stupefacenti radicate nel popolare quartiere di San Cristoforo, zona San Cocimo, roccaforte degli affiliati all'omonimo gruppo capeggiato da Maurizio Zuccaro, organico alla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano e boss ergastolano. Antonino Trentuno, genero di Saitta 'lo scheletro', e già condannato all'ergastolo, era uno dei responsabili delle piazze di spaccio unitamente ai noti pluripregiudicati Roberto Spampinato - figura di elevata caratura criminale, ritenuta contigua al gruppo di 'San Cocimo' facente capo a Maurizio Zuccaro e a sua sorella Concetta.

L'attività investigativa aveva fatto emergere un complesso ed articolato traffico di sostanze stupefacenti gestito da sodalizi criminali organizzati secondo un modello gerarchico, con al vertice i capi piazza che, avvalendosi del contributo degli associati in relazione al ruolo rivestito (vedetta, pusher, rifornitore e custode dello stupefacente), garantivano l'operatività delle piazze di spaccio (cocaina, crack e marijuana) ubicate nella rete di vicoli stretti del quartiere di San Cristoforo e in particolare in Via San Damiano, Vicolo Testai e Via Avola. Le condotte illecite venivano poste in essere secondo meccanismi ben rodati e consolidati, a volte anche in presenza o addirittura con il coinvolgimento materiale di bambini. I sodali, impiegati in diversi turni orari nell'arco della giornata, si sono rivelati particolarmente abili nel rimodulare di volta in volta le loro "strategie operative" a causa dei pressanti controlli da parte delle Forze di Polizia, "spostando" le piazze di spaccio in diverse vie e vicoli dello stesso quartiere, nonché modificando in continuazione le modalità di cessione dello stupefacente.

I dettagli della cattura
La Polizia Stradale di Vibo Valentia che, nel pomeriggio di ieri, tra gli svincoli di Pizzo e S. Onofrio (VV) lungo l'autostrada Salerno Reggio Calabria in direzione sud, ha proceduto al controllo di un'autovettura a noleggio sospetta condotta da un vibonese, già noto alle forze dell'ordine, con a bordo il latitante munito di un documento con segni che ne mettevano in dubbio la reale autenticità. Condotti in ufficio, la Squadra Mobile di Vibo ha accertato che il soggetto viaggiava con una carta di identità falsa nonché con altra certificazione, tra cui quella relativa al green pass, contraffatta. Gli approfondimenti investigativi, svolti in stretta sinergia con i militari del Reparto Operativo dei Carabinieri di Catania, nel frattempo portatisi in quel centro nell'ambito di un predisposto servizio teso alla cattura dello stesso, consentivano di appurare la reale identità del latitante siciliano. Il conducente del mezzo su cui viaggiava Trentuno è stato arrestato per il reato di favoreggiamento mentre il latitante, espletate formalità di rito, è stato associato presso la Casa Circondariale.

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