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Tornano in auge i nomi della vecchia Cosa nostra

È sequestrata la società "Karton plastic" di via Castellana a Palermo con un provvedimento emesso delle sezione misure di prevenzione del tribunale del capoluogo. La società è intestata ad Olimpia Caruso, la moglie di Francesco Inzerillo, appartenente alla famiglia mafiosa degli Inzerillo, che perse la guerra contro i corleonesi di Totò Riina e fu costretta a scappare negli Stati Uniti per fuggire alla vendetta del Capo dei capi. Sotto sequestro sono finiti anche alcuni mezzi dell'impresa e due conti correnti.

Nella società, che si trova nel quartiere Passo di Rigano, si sarebbero incontrati più volte Inzerillo e il boss Settimo Mineo, l'anziano capomafia di Pagliarelli che ha presieduto l'ultima cupola di Cosa Nostra nel 2018 e poi è stato arrestato.

Gli investigatori della squadra mobile per mesi hanno tenuto sotto controllo le visite che riceveva Francesco Inzerillo, il fratello di Salvatore Inzerillo, ucciso da Riina l’11 maggio 1981. “In via Castellana è riapparso tutto il passato drammatico di Palermo, nomi che sembravano ormai dimenticati”, ha scritto Salvo Palazzolo sulle pagine di “la Repubblica”. Come ad esempio, Salvatore Sal Catalano, “autorevole membro della famiglia Bonanno di New York coinvolto nella Pizza Connection”, hanno scritto i pm di Palermo nel provvedimento per gli Inzerillo. Catalano è un pezzo di storia della mafia italo-americana: anche lui espulso come “indesiderabile” dopo avere scontato 25 anni di carcere per traffico internazionale di stupefacenti. Negli anni Settanta era il terminale americano della droga inviata da don Tano Badalamenti, se ne stava in Knickerbocker Avenue, Brooklyn, New York.

Per non parlare di Michele Micalizzi, genero di Rosario Riccobono, un altro esponente di spicco della Cupola ucciso per ordine di Riina. Tutti e tre - Francesco Inzerillo, Sal Catalano e Michele Micalizzi - sono i custodi di tanti segreti del passato, riguardanti soprattutto tesori di mafia che non sono stati ancora sequestrati. Segreti che sono al centro delle indagini coordinate dalla procura distrettuale antimafia diretta da Marzia Sabella, che è anche la coordinatrice del pool che si occupa delle Misure di prevenzione.

Foto © Imagoeconomica

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