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Palermo in testa, poi Catania e Messina: sono i giovani, anche minori, i soggetti più a rischio

Le mafie, si sa, si sono “globalizzate” anche loro. E anche loro sfruttano oggi il mondo del web e della connessione istantanea per lucrare e riciclare milioni di euro ogni mese, specialmente nel mondo del gioco d’azzardo e delle scommesse online. E’ quanto emerge dall’articolo divulgato nella giornata di ieri da “La Repubblica”, firmato Irene Carmina, Francesco Patanè e Paola Pottino. Stiamo parlando di circa 2 miliardi di euro ogni anno. Quasi 5,5 milioni ogni giorno. Ovvero 228mila euro all’ora. Solo in Sicilia. Solo con le scommesse online e il gioco d’azzardo. Sono cifre da capogiro, specie se si considera che oggi, le mafie, riescono ad occultare gran parte di questo denaro in paradisi fiscali, e tramite l’utilizzo di criptovalute come Bitcoin e Monero2, le cui transazioni non sono facilmente rintracciabili.

Centro del giro d’affari miliardario sarebbe Malta. Nel 2018, Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia avevano svelato gli affari dei clan catanesi e palermitani. L’isola era stata individuata come crocevia per il transito dei miliardi delle scommesse gestiti dai clan. Oggi, l’ex colonia britannica è ancora il centro nevralgico del malaffare nel mondo delle scommesse. E questo non solo per i clan siciliani, ma anche per quelli di ‘Ndrangheta e Camorra. Lo scorso novembre, la squadra mobile ha azzerato il business delle famiglie della Noce e di Passo di Rigano, che guadagnavano, da sole, 14 milioni di euro al mese. Soltanto dalle piattaforme maltesi. Nella giornata di ieri, invece, sono stati condannati Salvatore Rubino e Vincenzo Fiore, insospettabili “re” del gioco vicini ai clan.

Un settore, quello del gioco d’azzardo, che cresciuto del doppio rispetto al 2013, anno in cui si stimavano guadagni per Cosa Nostra di circa 1 miliardo all’anno in questo settore. E sono soprattutto i più giovani e i percettori del reddito di cittadinanza a giocare. “Il rischio è che diventino i futuri “pathological gamblers”, persone con una dipendenza accertata dal gioco d’azzardo, le probabilità che seguano la strada, già spianata, verso il gioco illegale sono molto alte”, ha dichiarato Giuseppe Mustile, responsabile dell’Unità complessa dipendenze patologiche dell’Asp di Ragusa. E ancora, “Bisognerebbe fare una seria campagna di prevenzione. Lo Stato dovrebbe intervenire fissando regole serie sull’approccio dei minori a Internet. Solitamente sono i soggetti più deboli a soffrire di questa dipendenza, magari si tratta di ragazzini ridicolizzati che si sentono finalmente invincibili”.

Un siciliano su quattro tra i 18 e i 74 anni, negli ultimi dodici mesi, ha tentato la sorte sul web. Si tratta di un aumento del 13,4% rispetto al 2020, e di oltre il 60% rispetto al 2019. In sostanza, 883 mila adulti su 3 milioni frequentano siti di lotterie e di scommesse, secondo l’elaborazione de “La Repubblica” su Audiweb powered by Nielsen. E qui stiamo parlando solo della parte legale del settore, non di quella illecita, che vede decine di migliaia di scommettitori aggiuntivi che, per una ragione o per un’altra, preferiscono i circuiti illegali.

La Pandemia ha letteralmente ribaltato le proporzioni tra puntate fatte in punti di scommessa fisici, e quelle fatte davanti a computer, tablet e cellulari. Queste ultime raggiungo il 74,5% del totale. Palermo in testa a tutte sull’azzardo telematico, con un miliardo e 400 milioni spesi in rete nel primo anno della pandemia. Seguono Catania, che ha giocato oltre un miliardo e 49 milioni e Messina, che ha accumulato una cifra scommessa complessiva di 723 milioni sulle piattaforme online.
Sempre più giovanissimi utilizzano i dispositivi mobili ed elettronici senza alcun controllo. La Pandemia, e questo è sotto gli occhi di tutti, esacerbato questo fenomeno già presente da anni nella società occidentale.

“Molti dei giovani, tornati a scuola non riescono a stare concentrati, sono assenti, hanno sonno, soffrono di emicrania e mal di schiena”, ha dichiarato Amelia Bucalo Triglia, presidente dell’associazione Elementi, che da anni porta avanti una campagna di prevenzione sulla ludopatia tra i giovani. “Le famiglie si rivolgono a noi quando i disturbi sono diventati palesi e ci implorano di aiutarli, perché vedono i loro figli fortemente irrequieti e asociali”, ha invece il dottor Giuseppe Maniaci, specialista in psicologia clinica e psichiatrica al policlinico Paolo Giaccone di Palermo.

Foto: it.depositphotos.com

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